Jealousy, fan fiction

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adolescent »
view post Posted on 10/11/2009, 22:31




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Prima di tutto vorrei dire che a m o scrivere (:
Non ho mai scritto nulla inerente a Vampire Diaries, non so perchè, ma è un po' come Twilight, non riesco proprio a scriverci sopra, così vi scrivo una storia che ho iniziato un po' di tempo fa tra Elisabeth (personaggio inventato) e Ian Somerhalder. -inizialmente era Robert Pattinson-
Spero che vi piacerà

Jealousy


Gelosia. Uno dei sette peccati capitali, una parola potente simbolo di amore o tradimento. Un sentimento forte. Un sentimento che sa distruggerti, distruggere il tuo cuore.

Prologo.

Correvo, correvo senza mai fermarmi, correvo sentendo solamente il mio respiro accellerato e il mio cuore tamburellare furiosamente.
Fuggivo, fuggivo via da lui, da loro, loro che erano solamente degli sporchi ipocriti, che amavano prendere in giro le persone fino ad arrivare a loro stessi.
Scappavo, scappavo dal buco nero che mi stava ingogliando, dai ricordi, dalle canzoni urlate a cielo aperto quelle sere d'estate, da quel suo sorriso e da tutta quella falsità.
Potevo ancora udire il suo urlo, la sua chiamata, potevo ancora sentire il bruciore che provocavano quelle lacrime sulla mia pelle quasi diafana.
Salii le scale di corsa fino ad arrivare al mio appartamente, spalancai la porta e corsi in camera. Solo lì mi fermai sentendo il mondo cadermi addosso. Tutte quelle foto attaccate ai muri, le dediche e le scritte.
Iniziai a strappare i poster, le fotografie, iniziai ad urlare fino a sentire la gola bruciare, fino a non sentire più le forze.
Mi accasciai a terra, mi chiusi a riccio sopra quel pavimento freddo e continuai a piangere.


"Sei disarmante" sentii il suo tocco leggero sulla mia guancia, i suoi occhi che mi stavano perlustrando arrivando fin dentro l'anima.
Mi morsi il labbro e instintivamente lo abbracciai, quanto mi era mancato?
"E' tutta colpa tua.." lo accusai tra i singhiozzi.
Mi accarezzò i capelli e si appoggiò con il mento sul mio capo.
Chiusi gli occhi e ispirai il suo profumo che avevo cercato per mesi in tutte le persone che avevo conosciuto.
"..diciamo nostra?!"
La sua risata così fresca mi fece tremare il cuore e chiusi gli occhi.
"Mmm.. no, tua.." dissi in un sussurro, cercando di smettere di piangere.
Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi e sentii un brivido correre lungo la schiena. Lui mi prese una mano, la sollevò e intrecciò le dita alle mie.
Alzai il capo per esaminare la sua espressione e lui mi prese in contropiede.
Si piegò verso di me e mi baciò.
Le sue labbra morbide combaciavano alla perfezione con le mie, mi sentii la testa girare e quella sensazione che ti faceva sentire ubriaca anche se non lo eri prese il sopravvento.
Poco dopo le sue labbra si staccarono e appoggiò la fronte sulla mia. Aprii piano gli occhi mentre sentivo il suo respiro caldo sul mio viso.
"Non mi tentare, ti prego.." dissi in una supplica e un'altra lacrima leggera sbucò tra le mie ciglia. Delicatamente mi accarezzò come poco prima e con il pollice la portò via dal mio viso.
"E se ti dicessi che non me ne importa nulla di tutta questa messa in scena? E se ti dicessi che la persona che ho sempre amato è qui davanti a me?"
"Che vuoi dire?" gli chiesi sobbalzando dalla sorpresa.
"Che ti amo, Elisabeth" sussurrò a poche spanne dalla mia bocca.
L'aveva detto? Veramente?
"Bhé, allora qui cambiano le cose.." e le mie labbra incontrarono di nuovo le sue.



Una pugnalata al cuore, ecco cosa mi aveva fatto.
Bugiardo, egoista, ipocrita, falso, opportunista e dannatamente bello.
Sentii dei passi e aprii cautamente gli occhi fino a vedere quelle scarpe, le sue.
Che voleva adesso? Non avevo più niente da dirgli, da dargli.


Edited by adolescent » - 11/11/2009, 18:08
 
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katherìne‘
view post Posted on 12/11/2009, 18:26




che figaaaaaaaaaaa, si vai così bello e stronzo ù.ù continua miraccomando!
 
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;apple.
view post Posted on 12/11/2009, 20:25




woooooooooooow veramente bellissimo come prologo *-*
ti prego continua perchè sono curiosa, scrivi davvero bene!!
 
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adolescent »
view post Posted on 13/11/2009, 14:33




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Ed ecco a voi il primo capitolo, sono stata contentissima di ricevere i vostri due commenti *-* grazieee .. e se vi piace lo Ian stronzo, bhè, lo avrete ù.ù
eniuei (me lo avete attaccatoo XD ora lo uso anch'io) mi scuso per il linguaccio scurrile che userò alla fine, non vorrei sembrare volgare, ma in certi casi servono ò-ò
Ora aspetto i vostri commenti, se avete qualche consiglio, considerazioni o anche critiche fate pure (:
Ah, Natalie Schoenberger è un nome inventato!

Jealousy



Primo Capitolo.
Odio e amore.

Barcollai fino al divanetto del locale e mi ci lasciai cadere su di esso. La musica arrivava fortissima alle mie orecchie, l'alcool scorreva nelle mie vene e la testa girava vorticosamente.
Iniziai a ridere senza un preciso motivo, sicuramente avevo bevuto qualche bicchiere di troppo.
Lo sguardo vagò per la sala finchè non lo incontrai. Stava ballando con una ragazza che non avevo mai visto, sembrava che stessero facendo la danza dell'accoppiamente dei pavoni e un'altra risata mi uscì dalla bocca.
Lei si girò e appoggiò la sua schiena al suo petto. Il suo bacino si muoveva in sincronia con quello del mio amico e notai quell'espressione beata sul suo viso. Lui aveva la bocca vicino al suo orecchio e le sussurrò qualcosa.
Li vidi andare via e scomparire tra la folla. Scoppiai di nuovo a ridere come una cretina. Presi la borsetta che mi ero portata con me e cercai le sigarette. Nervosamente me ne accesi una e mi lasciai andare su quel divano.
Milioni di ragazze, le uniche parole che balenavano nel mio cervello erano solamente quelle.
Da quando era diventato famoso aveva iniziato a provarci con tutte, come se la celebrità gli avesse dato il diritto di sfruttare le donne.
Certamente lui rimaneva sempre il mio caro amico Ian di cui avevo sempre avuto una cotta, fin da ragazzina, eppure quello che era diventato da qualche mese a questa parte era allucinante.
Riportai alla memoria le serate nella sua cantina con il solito gruppo di amici mentre fumavano mille sigarette, scherzavamo e suonavamo qualcosa con la chitarra. Ora aveva chiuso, no, non con noi, eravamo e saremmo rimasti sempre i suoi amici, ma lui era sempre lontano e ormai partecipava a feste lussuose in tutte le parti del mondo piene di attori, modelle e registi super pagati.
Era tutta un'altra vita la sua.
Nelle mie foto appese al muro lui non c'era più, prima era il protagonista tutti miei scatti e ora più le osservavo e più le vedevo invecchiare. Ma si poteva vedere una foto invecchiare? Io sì, perchè le nuove foto le mettevo tutte accuratamente in un album, ne attaccavo solamente alcune, mentre quelle con Ian rimanevano lì, non venivano mai aggiornate e io le vedevo sempre più invecchiare.
Sicuramente era stato gentile con me fin dall'inizio, mi aveva sempre invitato ad ogni festa a cui potevo partecipare.
Purtroppo andava sempre a finire che lui si trovava qualche modella che gli ci stava e scompariva mentre io finivo ubriaca e fatta sul primo taxi che un'anima in pena chiamava per farmi riportare a casa.
Le solite anime in pena erano i suoi amici, molto spesso era Paul che da quando Ian ci aveva fatto conoscere era sempre stato carino e simpatico con me.
Però rimaneva il fatto che lo odiavo, ogni giorno che passava lo odiavo sempre di più, peccato che bastava un attimo, un suo sguardo, una sua parola per sciogliermi.
Mi chiedeva scusa, mi spiegava che ormai la sua vita era quella e che la sera dopo saremmo stati insieme.
Scuse, milioni di scuse che io accettavo, conservavo nel cuore e ci speravo. Ci credevo, ci credevo davvero a tutto quello che mi diceva, ci credevo anche se mi ritrovavo per la milionesima volta ad aspettarlo inutilmente.
Improvvisamente sentii qualcuno che mi levò la sigaretta dalla mano.
"Ridammela!" piagnucolai come una piccola bambina a cui era stata rubata la sua bambola preferita.
"No, basta. E' possibile che ad ogni festa ti trovo in queste situazioni devastanti?" mi chiese Paul.
Come al solito era il mio angelo custode.
"Se mi ci trovi evidentemente.." risposi imbrociata.
"Dai, adesso andiamo a casa" e provò a prendermi in braccio.
"Ce la faccio, ce la faccio anche da sola. Chi ha bisogno di te?"
Lo scansai e mi provai ad alzare ma caddi a terra.
Scoppiai a ridere; la testa girava, tutto intorno a me era offuscato e appannato e i suoni mi arrivavano in modo ovattato.
"Ah sì? Ma brava la mia bella Kenny".
"Lisa!" risposi arrabbiata puntandogli un dito contro.
Odiavo chi mi chiamava con il diminutivo del mio cognome. Mi alzai e barcollando mi avviai all'uscita.
"Se vuoi andare a tenere allenato il tuo apparato riproduttivo fai pure!"
Mi prese al volo prima che potessi ricadere e mi mise un braccio intorno al fianco per sorreggermi.
"Non sono tutti come Ian, sai?!" Lo guardai male alzando un sopracciglio e lui sorrise.
Doveva stare proprio zitto; era il primo a provarci con qualche ragazza nuova, anche se ora c'era lui al mio fianco e non il mio carissimo amico.
Mi chiamò un taxi e quella volta entrò dentro con me.
"Guarda che ancora ho la lucidità per andare a casa da sola" gli dissi guardandolo malamente.
"Sì, certo e mia nonna ha vent'anni!" scherzò lui.
"E che ne so?! Questi sono affari suoi.." gli risposi appoggiando la testa sulla sua spalla.
Evidentemente mi addormentai, ero stanca e sentivo gli occhi gonfi. Un'altra serata come le altre.
Merdosamente schifosa.

Aprii gli occhi svegliata dalla tenue luce che filtrava dalla finestra della mia camera e stordita alzai il volto appoggiandomi ad un gomito.
La testa mi stava scoppiando così infastidita dal dolore mi appoggiai di nuovo sul cuscino. Chiusi gli occhi e mi provai a stiracchiare finchè non sentii qualcosa.
Mi girai immediatamente e urlai. Mi guardai, ero solamente in intimo e vicino a me c'era Paul. Lui si svegliò subito urlando cosa c'era che non andava.
"Questa notte.. io.. te.. cioè.." ero sconvolta e la mia testa non smetteva di pulsare. Non mi tranquillizzai finchè non sentii la sua risata e mi spiegò cosa era successo.
"Ti eri addormentata così ti ho portato fino a casa, ho cercato le chiavi e ho aperto la porta. Proprio lì tu ti sei svegliata, mi hai guardato per un po' e poi sei fuggita correndo in camera tua.
Mi sono preoccupato e ti ho seguito, ma ormai ti eri levata il vestito e stavi iniziando a levarti anche il reggiseno.." mi guardò malizioso.
"Ma.. io ti ho fermata!"
Non riuscii a trattenere una risata, lui che mi fermava?!
"Ah si?" chiesi alzando un sopraciglio.
"Sì, proprio così, non sono il tipo che si approfitta di una donzella ubriaca" disse ironicamente.
"Comunque alla fine ti ho calmata, ti sei addormentata ed io con te. Mi dispiace!"
Il suo viso assunse un'espressione imbarazzata che mi fece sorridere.
"Dai non ti preoccupare".
Mi alzai dal letto e andai a prendere una maglia grande e lunga che era appoggiata sopra la sedia della scrivenia.
La mia testa continuava a farmi male così andai a prendere un'aspirina in cucina.
"Tu stai bene?" urlai dall'altra sala.
"Sì, non ho bevuto molto".
Tornai in camera e lo vidi infilarsi la giacca.
"Te ne vai?" gli chiesi immediatamente.
"Devo andare a casa a farmi una doccia e questa sera abbiamo una riunione" mi spiegò.
"Tra quanto partirete per continuare le riprese?"
"Credo tra due o tre giorni".
Mi rattristii improvvisamente. Ian sarebbe partito di nuovo e non l'avrei più visto per chissà quanto tempo.
Paul si avvicinò a me e mi spostò una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio.
"Dai, tra poco ci fermeremo, ritornerà a Covington per un'altra settimana e.."
"Non è solo questo..", lo fermai, "che ci faccio delle sue settimane di vacanza se non mi prende in considerazione neanche per due minuti? Non è mai realmente qui!
Quando non era ancora famoso noi passavamo tutti i pomeriggi insieme, eravamo migliori amici, capisci?"
"Capisco, ma non dire così".
"Ma è così! Si è dimenticato di noi, è nato per essere famoso e dimenticarsi del passato".
"No, non vi dimenticherà mai, neanche volendolo, ha preso solamente un'altra strada. Ti vuole bene!"
Mi morsi il labbro nervosa.
"Non lo so, a questo punto non credo di farci molto con questa amicizia. Non mi manca Ian Somerhalder, il vampiro super fico e tenebroso di nome Damon Salvatore, mi manca il mio amico Ian che però sembra non esserci più.." e abbassai il volto sentendo le lacrime farsi spazio tra le mie ciglia.
A questo punto Paul non sapeva più come rispondermi, avevo ragione. Era dall'inizio delle riprese di Vampire Diaries che aveva iniziato a provarci con ogni persona che poteva respirare su questa terra.
Aveva avuto una storia con Maggie Grace e Ashley Greene, per non parlare delle milioni ragazze conosciute durante le feste e le modelle.
Ultimamente si "vedeva" con una certa Natalie Schoenberger. Non sapevo più niente di lui, non potevo più dire di conoscerlo e tutto questo era troppo triste.
"Tranquilla piccola" e mi abbracciò.
"Grazie" risposi in un sussurro.
Erano le uniche parole che potevo dirgli, era un vero amico, almeno lo aveva dimostrato anche se lo conoscevo da poco e faceva parte della categoria da me tanto odiata degli attori.
Se ne andò e rimasi sola in quell'appartamente dove vivevo sola da un po' di tempo ormai.
Ritornai in camera e mi distesi sul letto rilassandomi. Quel giorno avrei dormito, quel fottuto mal di testa doveva andarsene.
"So take one word you said you put it in your bed.." il mio cellulare iniziò a suonare risvegliandomi dal dormiveglia in cui ero caduta.
Farfugliai qualcosa scocciata e alzandomi dal letto, tenendomi la testa che girava vorticosamente, andai a controllare chi era.
Ian, quel nome luccicava sul display del mio cellulare. Rimasi per un po' a fissare il telefono squillare finchè risposi.
"Pronto?"
"Lisa, come stai oggi?"
"Di merda!"
"Fantastico!" rispose sarcastico alla mia affermazione.
"Te?"
"Vorrei vederti" disse senza rispondere alla mia domanda.
"Wow, un altro appuntamento dove mi darai buca?"
"No, è importante. Ci vediamo al nostro solito bar?"
"Ho mal di testa"
"Allora?"
"Vaffanculo"
"Dai, Elisabeth.." e sentii la sua risata.
"..Che hai fatto ieri sera? Ti sei data alla pazza gioia?"
"Mi sono sfondata di cannoni"
"Amo il tuo umorismo!"
"Amo il tuo comportamento da testa di cazzo!"
"Ci vediamo tra un'ora lì"
Brontolai.
"Ah, lo sai che ti voglio bene no?! Ciao"
No, non lo sapevo più ormai. Chiusi e mi buttai sul letto. Che voleva adesso?
 
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;apple.
view post Posted on 13/11/2009, 15:59




Mi piaaaaaace questa Lisa... sisi. E Paul tutto dolse che la porta a casina XD e la ferma prima che si svesti del tutto aahahahahahXD
Mi piace sta ff, vediamo di continuarlaaaaaa??? XD
Scritta benissimo comunque ù.ù
 
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katherìne‘
view post Posted on 13/11/2009, 18:02




oh siiiiiiiiiiii!! lo adoro!
Però trovarsi nel letto con Paul, ma chissene se ci eri finita no? ahahahah continua presto!
 
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adolescent »
view post Posted on 15/11/2009, 14:39




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Sono veramente felicissima che vi piaccia questa ff **
Ed ora siamo arrivati ad un capitolo dove la storia prenderà la sua piega :DD

Jealousy



Secondo Capitolo.

Banana Split.

Arrivai leggermente in ritardo, avevo dovuto impasticcarmi per cercare di farmi andar via un po' di mal di testa ma era stato tutto inutile.
"Lisa, in ritardo come al solito, eh?!"
La sua voce così familiare mi colpì come uno schiaffo, ma cercai di guardarlo come se fosse un estraneo, anche se fu difficile. Possibile che mi faceva sempre quell'effetto?
Bastava così poco per farmi cedere? No, Elisabeth era più forte di qualsiasi altro, di qualsiasi Ian Somerhalder.
Appoggia la borsa sopra al tavolo e mi sedetti. Fissai i suoi occhi di ghiaccio così angelici, come lui.
Sì, un angelo pensereste a guardarlo, ma era solamente un diavolo in forma fin troppo angelica.
"Che mi devi dire?" chiesi cercando di non far trasparire nessuna emozione dalla mia voce alquanto tremante.
"Diretta oggi?" mi chiese nel suo solito tono bastardo.
Lo guardai male, per il poco che ci riuscii e appoggiai la testa alla vetrata alla mia destra sbuffando.
Non mi andava di litigare, ero troppo stanca quel giorno così annuii leggermente. Aveva vinto di nuovo lui, come sempre e il brutto era che ci aveva messo solamente due minuti a battermi.
Ipotizzai la sua "cosa importante". Forse doveva comprare qualcosa e aveva finito i soldi. No, ormai non aveva più problemi di quel tipo. Forse mi doveva raccontare della conquista della sera precedente o dovevo "svelare" qualche trucco per una ragazza particolarmente difficile.
"Volete ordinare?" ci chiese la solita cameriera di quel bar interrompendo le mie ipotesi.
"Una banana split al cioccolato" dissi io quasi indifferente.
Ian mostrò il più bel sorriso ammaliatore della sua carriera e poi rispose.
"Una coppa alla menta con fragole e panna" ordinò con voce seducente.
Ecco, adesso anche con la giovane cameriera no?!
Aspettai che finalmente se ne andasse e lo riguardai con aria interrogativa.
"Vuoi essere la mia ragazza?" mi chiese improvvisamente appoggiando le braccia sopra il tavolo e sporgendosi di più verso di me.
Serio, diretto, nessuna espressione sul suo viso.
Inizialmente lo guardai sconvolta, il mio povero cervello che ormai era andato in vacanza si spense del tutto non capacitandosi di quella strana domanda.
Quando iniziò a ritornarmi la salivazione e sentii il mio cuore ricominciare a battere scoppiai a ridere isterica e diedi una testata alla vetrata.
Mi stava prendendo in giro, era logico, in fondo lui era un attore. Voleva mettermi alla prova; eh no caro mio, Elisabeth non si sarebbe mai abbassata ai suoi giochetti.
Intanto Ian mi fissava allucinato.
"Sapevo che non eri molto normale, ma non fino a questo punto.." disse infine ridendo anche lui.
Mi massaggiai la testa dolorante e ritornai seria.
"Puoi ripetere?" chiesi.
Puoi ripetere?
Cioè, ero riuscita solamente a chiedergli quello?
Dovevo dargli una risposta che lo avrebbe fatto rimanere senza parole, diretta come la sua domanda.
Lui sbuffò e mi sorrise.
"E' per Natalie, è tremendamente complicata quella ragazza ed io devo averla!"
Cosa? Che centrava Natalie? Non capii nemmeno perchè ci rimasi tanto male, lo sapevo che sarebbe stato uno scherzo eppure mi stava salendo il sangue alla testa.
Aggrottai le sopracciglia non capendo quell'assurda situazione.
"Allora?"
"Allora se tu potessi far finta di essere la mia ragazza forse si ingelosirà!" mi disse con un sorrisetto da stupido.
Stavo per tirargli uno schiaffo, come poteva chiedermi una cosa del genere? Che razza di uomo era?
Fortunatamente, per lui, arrivarono i gelati così afferrai la mia banana e la divorai senza mai spiccicare una parola.
Non potevo crederci, aveva attraversato ogni limite, non solo non si faceva più sentire e non passavamo più del tempo insieme, ora voleva anche sfruttarmi.
Mi alzai furiosa, presi la borsa e farfugliai un arrivederci. Volevo andarmene, me ne sarei andata all'istante, senza nemmeno rivolgergli parola.
Mi avviai verso la porta a passo deciso, non mi sarei girata, per niente al mondo. Improvvisamente sentii una stretta al braccio che mi trattenne.
Mi fece girare verso di lui e mi ritrovai a due centimetri dal suo viso.
Elisabeth, per favore respira e ragiona ripeteva insistentemente la mia testa.
"Lasciami!" urlai e cercai di dimenarmi dalla sua stretta che però si fece più salda.
"Ma che vuoi eh? Che cazzo vuoi da me? Spiegamelo, adesso! Non ti fai vedere per mesi interi, ritorni qui come se niente fosse, mi chiami per qualche festa e mi lasci in balia di me stessa in un mondo che non ho mai conosciuto e neanche ci tengo a conoscere!
Non ti preoccupi dei miei mal di testa, se la sera mi ubriaco e finisco sempre in situazioni oscene.. non ti interessa, non ti interessa di nessuno se non di te stesso. Ma ora, apri bene le orecchie", e gli puntai un dito sul petto, "ora io mi sono stancata, non sono come le tue bellissime puttanelle, non mi sfrutterai così!" gli urlai contro con tutta la forza che avevo, sfogandomi di tutto il dolore che tenevo dentro da mesi.
Rimasi sconvolta dalla sua espressione, era normale, come se niente fosse, come se tutto quello che gli avevo appena detto (urlato) non fosse stato nulla.
"Ascoltami", disse a bassa voce levando la stretta dal mio braccio e iniziando ad accarezzarmi i capelli, "io capisco che per te sia difficile, lo è anche per me non vederti per tutto questo tempo, ma io non ti voglio sfruttare, sul serio, sarebbe l'ultima cosa che vorrei. Era solamente un favore e per quanto riguarda le feste, mi dispiace", alzò gli occhi al soffitto, "effettivamente mi lascio un po' andare!" disse cercando di farmi ridere.
Purtroppo la mia reazione era tutta il contrario, stavo per mettermi a piangere. Non lo capivo, non la capivo tutta quella calma. Quelle parole mi avevano colpito in pieno cuore.
Mi abbracciò improvvisamente, "e poi mi dovrai seguire, staremo molto più tempo insieme, più di quanto immagini".
"Per favore!" aggiunse supplicandomi all'orecchio e lui lo sapeva che sarei crollata.
Lo sapeva che mi stava facendo del male, ma quello che era diventato ormai gli era sfuggito di mano, stava mentendo anche in quel momento, tutto per un suo secondo fine.
E io sarei crollata, io l'avrei amato, sempre e comunque. Anche se mi avrebbe sfruttato. In fondo credeva che essere famoso ormai gli dacesse il diritto di poter sfruttare le donne, che altro poteva farmi?
Illudermi come tutte.
"Va bene" dissi in un sussurro tra le sue braccia.
Lo sentii sorridere, sentii la sua soddisfazione farsi spazio dentro il suo ego e mi odiai.
"Ma in che senso staremo molto più tempo insieme?"
"Mi seguirai" disse in tono ovvio.
"Cosa?" urlai con una vocina stridula allontanandolo da me.
Lui mi sorrise e quel sorriso non poteva che farmi rimanere senza fiato.
"Mi seguirai; pensa al tuo sogno, fotografia. Potrai fare molti scatti interessanti in giro per le città. Se vuoi posso farti da modello!" scherzò infine e scoppiò a ridere, ed io con lui.
Perchè non potevo fare nient'altro, non potevo che assecondarlo, non potevo che ridere insieme a lui, non potevo che amarlo.
Mi si avvicinò ancora "Alle nove ti passo a prendere a casa, ci sarà un party, preparati!"
Spalancai gli occhi.
"Ho mal di testa!" mi lamentai. Mi scompigliò un po' i capelli mentre rideva.
"Allora ti accompagno a casa, ti devi riposare!"
Sbuffai. Ai suoi ordini, signor capitano.

Arrivai a casa e mi spogliai lungo la strada per il bagno. Dovevo farmi una doccia assolutamente, dovevo rilassarmi e riprendermi dallo stordimento provocato da Ian. Accesi lo stereo e aprii l'acqua bollente. Presi il telefono e digitai il numero di Paul.
"Pronto?" la sua voce squillante e solare mi rallegrò un poco. Entrai dentro la vasca e rilassai i muscoli.
"Paul, devo parlarti".
"Ehm, mi sembra ovvio se mi hai chiamato!"
"Stupido" ridacchiai.
"Si tratta di Ian".
Lui sbuffò.
"Lo sai che io ci sono e ci sarò sempre se ti devi sfogare, ma già lo sai, lui ti vuole bene".
"Sì, ma mi hai chiesto di mettermi con lui".
Così avrei preso la sua attenzione senza tanti giri di parole inutili.
"Cosa?" urlò lui e spostai un po' la cornetta per non farmi rompere un timpano.
"Sì, mi ha chiesto un favore. Vuole far ingelosire Natalie così.."
"Ehi, frena, mi sembrava strano che non c'era sotto un secondo fine. E tu che hai risposto?"
Mi meravigliò, dal suo tono di voce sembrò irritato.
"Sì" risposi tremolante.
"Cosa?" un altro urlo.
"Proprio così, ho provato ad oppormi ma lui è così.. così.." la mia voce divenne improvvisamente smielata.
"..Così bello e dolce con me.." disse Paul cercando di imitare la mia voce.
"Appunto!" piagnucolai.
"Poi ti lamenti?"
"Sì, perchè sono una cretina, lo so come è fatto Paul, credimi!"
"E allora, se lo sai, perchè gliela dai vinta?"
"Perchè non posso fare altro".
Silenzio.
"Ci sei Paul?"
"Sì, è che stavo pensando come fai a farti trattare così. Sono il primo a dirti che ti vuole bene e tutto il resto, ma quando è troppo è troppo!"
Si stava arrabbiando, brutto segno.
"Senti, lo so, ma se io sono felice così.."
"..allora perchè mi hai chiamato?"
"Perchè io.."
"Lisa, dei tuoi capricci ne faccio anche a meno" e chiuse. Mi chiuse in faccia.
Lanciai il cellulare lontano e mi abbandonai dentro la vasca.
"Nervosetto, qui lo siamo tutti mi sembra. Sto anche iniziando a parlare da sola!" e mi immersi completamente sott'acqua facendo delle bollicine.
Sarei voluta annegare, morire in quella vasca. No, morire forse no, non ero una di quelle ragazze che pensava alla morte, anzi, però volevo sentirmi leggera, almeno per un po'. Con gli occhi chiusi sotto l'acqua mi sentivo effettivamente più leggera e distaccai per pochi secondi il mio pensiero. Ritornai con la testa fuori dall'acqua per riprendere fiato rumorosamente. Il mio continuo pensiero ritornò. Così non andava, Ian era diventato un mandrillo con il pene più sveglio di lui, io ero diventata più nervosa e suscettibile di quanto non lo fossi mai stata in vita mia e Paul si stava comportando in modo strano. Tutti pazzi, in questa vita eravamo tutti pazzi.
 
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;apple.
view post Posted on 15/11/2009, 15:04




wow! mi piaaaaace. Sì, Ian è decisamente stronzo e con Paul gatta ci covaaaa *muah*. Continua continua continua!<3
 
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katherìne‘
view post Posted on 15/11/2009, 22:49




mmmh secondo me Lisa piace a Paul, se no perchè si sarebbe così arrabbiato? e Ian? mamma mia, anche io sarei cascata come una pera xD ahahahah continua!
 
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adolescent »
view post Posted on 18/11/2009, 20:24




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Eh, sì, mi avete scoperta u.u Paul sarà un personaggio importante durante la mia fanfiction (:
Ora aspetto i commenti su questo nuovo capitolo, finalmente Elisabeth si farà valere!

Jealousy


Terzo capitolo.
Covington Party.

Mi guardai allo specchio soddisfatta, i miei lunghi capelli cadevano mossi lungo la schiena e indossavo un leggero vestito di seta lungo fino a metà coscia, senza spalline, bianco, stretto sotto il seno da un fiocco morbido dove avevo attaccato una farfallina azzurra.
Sopra avevo un coprispalle piuttosto lungo, quasi quanto il vestito.
Le scarpe erano tacco dieci, blu, lucide, così non sarei risultata una nanetta in confronto a Ian.
La mia testa era ancora in subbuglio ma ormai avevo giurato a me stessa che a quella maledetta festa mi sarei divertita e non sarei andata a casa ridotta peggio di uno straccio.
Feci una giravolta su me stessa ridendo da sola, ero felice anche se mi avrebbe sfruttato e sarebbe andato contro tutte le mie regole. Sarei stata con lui, quella sera sarei stata io al centro della sua attenzione anche per finta.
Ero una stupida e lo sapevo, lo sapevo fin troppo bene, ma tutta quell'illusione mi rendeva felice, illusa e felice. Finchè durava lo sarei stata, avrei sofferto comunque perchè da quando aveva scelto quella vita avevo sempre sofferto per lui.
In quel momento qualcuno suonò al campanello, corsi al citofono e la voce di Ian mi assalì prepotentemente.
Gli dissi che sarei scesa immediatamente così spensi lo stereo che stava suonando una vecchia canzone di Tracy Chapman e scesi le scale stando attenta a non slogarmi una caviglia.
Non mi piacevano molto le scarpe con il tacco ed ero anche abbastanza alta, un metro e settanta, certo non ero una vetta, ma mi piceva quell'altezza intermedia.
Purtroppo fisicamente ero abbastanza banale; ero magra, avevo solo una prima di reggiseno e una mia amica mi chiamava "la ragazza dalle gambe chilometriche", certamente scherzava, ma non mi piaceva molto quel tratto di me stessa.
Fin da piccola avevo sempre avuto la paura di avere la parte inferiore più lunga della parte superiore.
Una volta fuori dall'edificio chiusi il portone e lo guardai sorridendogli, cercando un ancora di salvezza. Fortunatamente la trovai nel suo splendido sorriso a trentadue denti e galantemente mi aprì la portiera.
"Wow, Mr. Somerhalder, non mi aveva mai aperto la portiera prima d'ora" ironizzai.
"C'è sempre una prima volta" rispose facendomi l'occhiolino.
Il viaggio in macchina trascorse molto tranquillamente, io non ero tesa, ci ero abituata alla sua presenza, più che altro ero elettrizzata.
Lui mi fece dei complimenti sull'abito e mise un CD per occupare il silenzio da noi creato. Tracy Chapman, She's got Her Ticket.
"Il CD che ti avevo regalato un po' di tempo fa!" esclamai io meravigliata.
"Esatto, lo ascolto spesso. Mi ricorda te, quando sento la mancanza di casa ti penso" esordì con un sorriso da mettere paura.
Rimasi sbalordita a fissarlo, mi stava prendendo in giro anche quella volta? Lasciai la domanda senza risposta, in fondo era il mio amico, il mio migliore amico, non poteva prendermi in giro sempre, no se non era un viscido.
"Wow.." dissi infine seriamente sorpresa, bella scoperta.
"Ehi, principessa, come potrei non pensarti? Ci sei sempre tu in ogni mio ricordo, ad ogni mio compleanno, festa, concerto e tutto il resto, anche non volendo ti dovrei pensare comunque" e mi spettinò un po' con una delle due mani libere.
Storsi la bocca senza che lui vedesse, anche non volendo ti dovrei pensare comunque. Forse non aveva pensato all'importanza di queste parole, anche non volendo. Scossi il capo e guardai fuori dal finestrino. Arrivammo poco dopo, c'era il solito caos all'entrata, c'erano le solite ragazzine che volevano imbucarsi, che urlavano per attirare un po' l'attenzione e altre che urlavano a Ian di morderle. Idiote forse?
Se io non lo conoscessi e sarei stata nella loro stessa situazione non mi sarebbe neanche passato per l'anticamera del cervello urlare certe cose, ma Ian rideva, sembrava divertito. Lo trascinai dentro, sì, lo trascinai con tutta la mia misera forza mentre si stava lodando ascoltando quelle stupide galline urlanti.
Senza indugio lo portai subito al centro della pista che era già affollata e iniziai ballare con lui.
"Wow, Mrs. Kennedy non sapevo sapessi ballare" mi sussurrò all'orecchio con un leggero sorriso sul volto.
"C'è sempre una prima volta!" e gli feci l'occhiolino.
Chiusi gli occhi mi lasciai andare senza sapere precisamente cosa stessi facendo, mi lasciai cullare dall musica e dalle sue braccia. Potevo sentire il suo respiro sul volto, aprii gli occhi incontrando i suoi. Mi stava guardando, o meglio fissando, con quel sorrisetto da maniaco sessuale e l'unico pensiero nella mia testa era: quanto sei bello.
Improvvisamente lui distolse lo sguardo dai miei occhi e si guardò intorno. Stava cercando Natalie e io sarei voluta sprofondare.
Non credevo che poteva fare così male essere sfruttate, credevo che avrebbe usato più tatto, magari la poteva cercare senza farsi vedere da me e invece no, ero sua complice. Semplicemente una complice, quegli sguardi così falsi mi facevano schifo. Feci per andarmene, ma lui mi prese per un braccio e mi girò con violenza.
Sentii improvvisamente le sue labbra sulle mie, così morbide e desiderose. Stordita ricominciai a pensare e mi staccai da lui guardandolo male.
Non feci in tempo a formulargli una domanda che lui mi si avvicinò di nuovo e mi sussurrò all'orecchio, "dai, ci sta guardando. Vuoi aiutarmi sì o no?" e senza sentire la mia risposta incominciò a baciarmi il collo. Dei brividi mi percorsero la schiena, dovevo combattere contro me stessa; essere una sporca complice, illudermi che lui mi stesse baciando per passione o andarmene? Avrebbe fatto male comunque.
Così mi lasciai andare e non controllai più il mio corpo. Le mie mani iniziarono a toccare il suo ventre, fino a salire lentamente.
Accarezzai il suo collo delicatamente fino ad intrecciare le mie dita tra i suoi capelli. Lui mi stava baciando con finta passione, un bacio impetuoso solo per Natalie, per fargli vedere cosa si sarebbe persa se non avesse scelto lui agli altri.
Ma alla fine che si sarebbe persa? Nulla. Un idiota troppo pieno di se.
Mi distaccai da lui con il fiatone e feci un bel respiro. Mi guardai intorno per cercare Natalie e mi ritrovai a bocca aperta.
Lei era come lui, era una stupida gallina che se la stava facendo con un altro ragazzo, stessa tecnica. Riportai lo sguardo su Ian che la stava guardando con i muscoli tirati.
"Dai, in fondo non ti perdi un granchè" provai a consolarlo.
La sua espressione era tesa e la stava fissando con aria di sfida.
Ecco cosa era diventata, una sfida e io me ne sarei tirata fuori. Me ne andai lasciandolo lì, mi aveva ferita, mi aveva pugnalato al cuore e come un assassino se ne era andato via senza venirmi ad aiutare, senza aiutarmi a tamponare quel taglio profondo e sarei fuggita anch'io questa volta. Quella serata sarebbe stata come tutte le altre, purtroppo.

Fuggii via e andai a sbattere contro un omone. Chiesi scusa flebilmente e mi fiondai in bagno, ma quell'uomo mi trattenne per un polso. Mi girai scocciata.
"Sentite tutti, ma che avete oggi? Mi lasci!" urlai senza neanche guardarlo in faccia.
Lui mi tirò per il braccio facendomi avvicinare e con l'altra mano mi asciugò una lacrima. Alzai instintivamente lo sguardo e rimasi senza parole.
"Sei forte Lisa, hai forza da vendere, non farti battere da lui".
Lo abbracciai e gli appoggiai la testa sulla spalla.
Amavo quel ragazzo, anche se mi aveva risposto male poco prima e mi aveva chiuso il telefono in faccia. Lo capivo, in fondo lo stressavo sempre con la stessa storia ed ero stata una cretina ad assecondare quell'essere.
"Oh Paul, è così facile a dirlo. E se non fossi così forte come dici?"
"Allora non sei la Lisa che ho conosciuto!"
Alzai il viso per guardarlo e gli sorrisi.
Mi venne improvvisamente un'idea; Elisabeth era forte, lo sapevo e lo sapeva anche Paul, l'unico a non saperlo era solamente Ian.
"Grazie, grazie mille!" esclamai improvvisaente dandogli un bacio sulla guancia.
"Grazie sei un amico!" urlai andandomene alla ricerca di Ian. Sentii dietro di me lui urlarmi qualcosa.
"Ma adesso? Almeno concedimi un ballo!" Non mi girai, avevo una missione da fare.
Lo trovai al bar che stava bevendo un Mojito, mi sedetti di fianco a lui che mi guardò sorridendo.
Lessi un berlume di speranza nei suoi occhi, mentre nei miei c'era la rabbia.
Gli diedi uno schiaffo, forte e inaspettato. La sua espressione cambiò, non capendo il mio gesto.
"Questo è perchè se mi conoscessi veramente bene e ti ricordassi come sono fatta non mi sfutteresti in questo modo. Non è un favore il tuo, vuoi solamene farlo risultare tale e io preferisco perderti che continuare questa farsa." dissi con voce neutrale, fredda.
Me ne andai così, deliziandomi della sua espressione meravigliata. Per la prima volta ero felice nel vederlo nel panico più totale.
Caro Ian, credo che non sai più chi hai davanti.

Mi allontanai cercando le scale, quella sera avevo avuto una mia piccola vittoria personale e non sarei finita sbronza in quei divanetti di pelle. Le trovai e salii fino all'ultimo pano, fin sopra al terrazzo. Chiusi gli occhi e respirai profondamente.
Era una sera particolarmente stellata e mite. Aprii gli occhi e cercai Venere, così bella e luminosa, quel pianeta che aveva il nome di una Dea romana, la dea della bellezza, quel pianeta che Ian all'età di sedici anni aveva comparato a me.
Mi uscì una leggera lacrima che ricacciai indietro subito e mi ricordai del bicchiere di champagne che avevo preso al bancone dopo avergli dato lo schiaffo e ne bevvi un sorso.
Camminai piano fino al cornicione e mi sporsi un poco. Avevo bisogno di leggerezza, di andarmene, di cambiare e cominciare da capo. Avrei cambiato anche nome, sarei fuggita costruendomi un'altra vita, avrei guardato i cartelloni dei cinema e nel vedere Ian non avrei fatto niente.
Avrei sorriso ricordando la mia infanzia così particolare grazie a lui. Ma purtroppo tra i due il pazzo era sempre stato Ian, io ero solamente la mente malata che pensava alle varie situazioni strambe, lui le portava a termine.
Maledetti ricordi, non cel'avrei mai fatta a ricordare il passato con un sorriso, mi sarebbe uscita sempre una piccola lacrima, una lacrima che sapeva di quel bastardo.
Scoppiaia a ridere, forte, e salii sul conicione aprendo le braccia. Volevo sentire il brivido e quell'aria leggera che mi muoveva i capelli non faceva altro che farmi crescere la voglia di poter volare, la libertà.
"Non lo fare, Lisa, per favore!" piagnucolò una voce bassa, che avrei riconosciuto anche nel bel mezzo di un concerto, alle mie spalle. Sorrisi, quella sera era la mia serata fortunata così mi dilettai nella recitazione come era tanto bravo lui.
"E se ti dicessi che quello che dici non mi importa più?" dissi fingendomi amareggiata sporgendomi di più dal cornicione.
"Ti prego, Elisabeth, Per una volta nella tua vita non fare di testa tua!" continuò lui.
"Il punto è che ultimamente ho fatto sempre e solo di testa tua".
"Stai facendo una stupidaggine.." Lo sentii inginocchiarsi.
"..Ok, hai sempre avuto ragione tu, questa popolarità mi ha dato fin troppo alla testa, scusami, ma non lo fare io, io sarei perso senza di te" sentii la sua voce rompersi tra dei singhiozzi.
Mi girai leggermente per controllare e vidi una lacrima solcare il suo viso perfetto.
Mi morsi un labbro, avrei continuato, doveva soffrire, almeno per due minuti.
"Sei sempre stato un bravo attore, sai?"
"Come puoi pensare che io stia fingendo anche adesso?" mi urlò contro, improvvisamnte si alzò e sentii le sue braccia intorno alla mia vita e il suo viso sulla mia schiena. Gli accarezzai le mani e incominciai a ridere. Scesi dal cornicione e Ian mi guardò aggrottando la fronte.
"E' stato forte!" esordii io stupendolo.
"Cosa?"
Continuai a ridere, perchè la vendetta è un piatto che va servito freddo.
"Ma secondo te io volevo suicidarmi?"
"Non era così?" mi chiese stupito.
"Ah, mi è sempre piaciuto prenderti in giro!" scherzai.
"Elisabeth, ma sei cretina?!"
Ora sembrava arrabbiato così mi feci seria anch'io.
"Bhè, cavolo, ti ci sta bene!" dissi imbronciata incrociando le braccia al petto.
Mi abbracciò senza dire niente.
"Mi hai fatto prendere un colpo" farfugliò tra i miei capelli stringendomi.
"Per fortuna!" sussurrai più a me stessa che a lui.
 
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katherìne‘
view post Posted on 19/11/2009, 16:32




ahhhhhhhh, grande Lisa! tra l'altro mi sa anche di figa, a chi ti sei ispirata nella descrizione? w il metro e 70 (la mia altezza!) continua presto, Ian mi attizza così stronzo.
 
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adolescent »
view post Posted on 19/11/2009, 16:43




diciamo che è un incrocio tra me e Cory Kennedy (infatti si chiama Elisabeth Kennedy) e secondo me Cory è veramente figaaa XD -però sul viso la immagino con i miei lineamenti (:-
anch'io vorrei taaanto essere 1.70 *-* (purtroppo sono solamente 1.60 .-.), eniuei, tu invece ci vedi qualcuna in particolare? (:
-amo quando Ian fa lo stronzo *w*-
 
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katherìne‘
view post Posted on 19/11/2009, 17:14




eheheh, no io non ci vedevo nessuna in particolare. si Cory sarà figa, ma a mio parer in faccia non è quel gran spettacolo xD
 
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adolescent »
view post Posted on 19/11/2009, 17:46




sì anche secondo me XD è per questo che la immagino con i miei lineamenti -non che io sia bella, ma non resco proprio ad immaginarmela diversa da me xD-
 
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katherìne‘
view post Posted on 19/11/2009, 18:40




ehehe capita anche a me quando scrivo, ti capisco!
 
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63 replies since 10/11/2009, 22:31   456 views
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