Jealousy, fan fiction

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adolescent »
view post Posted on 27/11/2009, 11:41





Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Siccome sono malata anche oggi ne approfitto per scrivervi questo capitolo (:
Cosa succederà tra Lisa e Paul? In più nel prossimo capitolo potremo vedere il comportamento di Ian quando verrà a sapere che sono usciti insieme, in poche parole da questo capitolo la storia si inizierà ad evolvere :D

Settimo Capitolo.
Transgression.

Cercai con passo deciso la suite 206 e una volta trovata bussai con vigore.
Aprì la porta Zach; portava solamente dei pantaloncini corti e aveva i capelli bagnati.
Aveva dei pettorali ben delieati.
"Chi è?" sbottò irritato, forse dal mio modo non molto garbato di bussare.
"Scusami, cerco Paul" dissi con tono sicuro.
Lui si portò una mano tra i capelli imbarazzato e mi fece segno di entrare.
Anche Paul era solamente con dei jeans e questa volta quella imbarazzata fui io.
Sentii immediatamente le guance tingersi di rosso e feci un piccolo respiro.
"Devo parlarti" dissi prendendo coraggio, mi avvicinai a lui, lo presi per mano e lo portai in bagno.
Chiusi la porta a chiave dietro di me e mi girai per guardarlo.
"Wow, devo preoccuparmi? Hai anche chiuso la porta a ch.."
Non gli lasciai il tempo di finire di parlare che mi avvicinai a lui e lo baciai.
Questa volte non era un bacio dolce, non come quello del pomeriggio dato a Ian, anzi, fu voglioso e intenso.
Sentii subito le sue mani sui miei fianchi e io misi le mie dietro il suo collo.
Mi abbracciò e mi sollevò da terra appoggiandomi al lavandino facendo cadere varie creme e shampi mentre io incrociai le mie gambe alla sua vita.
Si staccò dalle mie labbra per scendere verso il mio collo, sentii il mio respiro accellerare e i suoi baci farsi più fittizzi.
Mi scansò una spallina della canottierina e mi morse la spalla mentre a me uscì una risatina.
"Aspetta" dissi affannosamente, un po' contro voglia.
Lui alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise.
"Scusa".
"No, cioè, noi dovevamo parlare!" dissi ridendo.
"Esatto" disse per poi ricomporsi.
"Volevo dirti", e scesi dal lavandino ricomponendomi anch'io e rimettendo la spallina al suo posto.
"..Insomma, vorrei tu fossi esplicito; che centra Ian con il noi due?" chiesi infine.
Si appoggiò al lavandino mentre io mi sedetti sul bordo della vasca di fronte a lui.
"Ok, ecplicito?"
Annuii.
"Mi piaci" disse tutto di un colpo.
Non me lo aspettavo, certo Nina aveva ipotizzato, c'era stato il bacio, ma non era mai stato così diretto con me.
"Ah, insomma esplicito" dissi ridendo nervosa.
"L'hai chiesto tu".
Rimanemmo per un po' muti a guardarci intorno, senza mai cercarci con lo sguardo finchè non mi alzai predendolo alla sprovvista.
"Io ritorno in camera" dissi indicando la porta.
Lui non disse nulla così schiavai e feci per andarmene, ma mi fermò prontamente per il polso.
Mi girai e lo guardai dritto negli occhi.
"Ora?"
Bella domanda, ora? Che avrei fatto?
"Tu che dici?"
Lui tolse la presa e scoppiò in una fragorosa risata.
"Io? Io non lo so Elisabeth. Mi sono esposto, ti ho detto che mi piaci e potrei dire altro, ma risulterei solamente troppo smielato e tu? Prendi e te ne vai. Che dovrei dire?"
Mi morsi il labbro nervosa.
"Paul, io.. Cioè, lo sai che sono.. innamorata.." dissi quella parola titubante, cercando di non ferirlo, ma lo vidi corrugare la fronte.
"..Di Ian, non posso negarlo, sarei un'ipocrita altrimenti, ma a te tengo per come ci conosciamo così poco io ci tengo a te e mi fa male vederci litigare o lontani".
Non sapevo che altro dire, ero stata più vera possibile, cercando sempre le parole più adatte per non ferirlo.
Lui non disse niente, continuò a guardarmi con la fronte corrugata e i suoi occhi mi stavano incitando di continuare.
"Perciò, che ne dici se questa sera dopo la Premier andiamo a fare un giro insieme?"
Proposi la prima idea che mi venne in mente, per quanto stupida e lo vidi sorridere.
Ricambiai il sorriso felice di averlo fatto contento.
"Io ora, cioè, vado!" dissi iniziando a gesticolare e a camminare all'indietro.
Andai a sbattere contro la porta e mi vergognai immensamente.
Feci un sorrisetto buffo e me ne andai prima di vedere la sua espressione sconvolta dal mio modo impacciato.
Sdraiato sul letto c'era Zach che salutai velocemente.
"Ciao Lisa, ci vediamo davanti.." ma ero già fuori dalla stanza rossa come un peperone.
Mi appoggiai al muro accasciandomi a terra. Confusione, nella mia testa c'erano mille domande, mille dubbi, mille supposizioni.
Chiusi gli occhi e mi apparve la scena del nostro bacio impetuoso che mi fece perdere il fiato e scendere una lacrima che asciugai appena sentii una porta aprirsi.
Alzai il capo giusto in tempo per vedere Nina con un bellissimo vestito bianco senza spalline, scarpe nere con tacco dieci e un trucco leggermente accennato.
Era stupenda.
Si sedette vicino a me stando attenta al vestito.
"E' andata male?" mi chiese dolcemente.
"Dipende dai punti di vista" dissi sarcastica.
"Dai, spiegami" disse appoggiando il viso sulla mia spalla.
"L'ha detto molto esplicitamente, gli piaccio e non so che fare!" dissi apoggiandomi a mia volta a lei.
"Che gli hai risposto?"
"Se dopo la premiere voleva venire a fare un giro".
"Perfetto!"
"E Ian?"
"Che ti importa? Insomma, hai detto di aiutarlo, non vuol dire che non puoi farti una vita, no?" disse agitandosi e iniziando a gesticolare.
"Sì, però.."
"Vai avanti, Lisa!" e mi guardò negli occhi. Quei suoi occhi neri mi entrarono dentro dandomi forza.
Appoggiai la testa alla parete e mi fermai a fissare il soffito.
"Tu, invece?"
Lei fece come me e sospirò.
"Tutto bene, la mia vita potrà sembrare rose e fiori, ma.. non è così, non è perchè conosco Ian e Paul, perchè ho la parte di Elena in Vampire Diaries e perchè sono così giovane e già sono 'famosa' che mi rende felice. Ho dei problemi anch'io, come ogni essere umano".
"Capisco" anche se alla fine la capivo solamente relativamente.
"Ma non posso lamentarmi, direi!" disse scherzando e poi guardò l'orologio.
"E' tardi, Elisabeth, vatti a cambiare" mi urlò quasi isterica.
Mi alzai immediatamente abbastanza impaurita e mi misi sull'attenti.
"Agli ordini, capitano!" dissi scherzando e marciando mi avviai in camera.
Mi misi un vestito corto con delle calze velate e delle scarpe con il tacco. Mi truccai un poco gli occhi e velocemente uscii dalla stanza dove ormai c'erano tutti.
Paul mi sorrise complice e io ricambiai il sorriso timidamente.
Ian mi si avvicinò mettendomi un braccio intorno le spalle e mi diede un bacio sulla guancia.
"Sei bellissima" disse sottovoce.
Imbarazzata mi morsi il labbro inferiore e seguii gli altri verso l'esterno dell'hotel.

La Premier passò velocemente. C'erano molte persone, soprattutto ragazzine urlanti e inizialmente mi saltò subito all'occhio l'espressione un po' impaurita di Nina, ma che cambiò poco dopo con uno splendido sorriso.
Io rimasi fuori ad aspettarli insieme a delle ragazze che speravano di incontrarli all'uscita. Alcune vedendomi da sola in un angolo, seduta a fumarmi una sigaretta, si avvinarono.
"Ehi, come fai ad essere così tranquilla?" mi chiese una ragazza abbastanza in carne.
Io la guardai interrogativa, che volevano?
"Perchè, come dovrei essere?"
"Non so, forse emozionata? Lì dentro ci sono gli attori di Twilight, Vampire Diaries, True Blood, Gossip Girl e molti altri" mi disse quasi urlando.
"Oh, certo, giusto! Yuppi!" dissi alzando un pugno in aria fingendomi eccitata.
Mi guardarono stranamente per poi tirare fuori una rivista con una espressione folgorata.
Iniziò ad urlare e saltare.
"Ma tu sei la ragazza di Ian, Ian Somerhalder! Ragazze, venite qui!" urlò alle sue amiche che si avicinarono subito a me.
"No, no, non urlate per favore!" dissi in difficoltà.
Era la seconda volta che delle persone mi fermavano per quel motivo.
"Oddio, oddio, che emozione! Non è che ci racconteresti un po' cosa fate insieme, dove andate di solito.. Non saprei, qualcosa?" continuò la tipa.
"Certo, in questo momento porta dei boxer a scacchi" ironizzai scociata, alzandomi per andarmene.
Le ragazze fecero un piccolo urletto eccitate.
"I boxer? Oh, ma dormite insieme?" continuarono venendomi dietro.
"Certo, e vi dirò di più, lo facciamo venti volte al giorno e dovreste provare come fa godere" dissi in tono acido aumentando il passo.
Un altro urletto mi fece sussultare.
"Beata lei!" urlarono in coro.
Sbuffai irritata.
"Non è che ci faresti un autografo?" mi chiese, senza demordere, sempre la stessa ragazza.
"Mi lascerete in pace?" chiesi girandomi, ormai quasi in una crisi di nervi.
Loro annuirono ancora più entusiaste porgendomi una penna e il giornale.
Non capivo come facevano gli altri ad essere sempre così gentili senza innervosirsi, io non ci ero abituata e in più mi sembrava veramente molto stupido che quelle ragazzine mi fermavano solo perchè ero la 'ragazza' di Ian.
Feci uno scarabocchio e fuggii via, lontano da quelle pazze.
Sentii solamente che continuavano a parlare tra loro.
"Come è bella, ci credo che sono fidazati".
"Mah, mica tanto".
"Tu dici? E' altissima, farà la modella sicuramente".
"Ma lui non era stato visto con quella modella di nome Natalie?"
"Giusto! Per te è cornuta?" chiese una ragazza ridendo.
"Ah, glieli metterà anche lei".
Cretine!
Quando la Premier finì presi Ian in disparte e gli raccontai tutto. Lui in tutta risposta rise divertito.
"Ian, che cazzo ridi?" gli chiesi strafottente.
"Dai, è divertente, "Certo, e vi dirò di più, lo facciamo venti volte al giorno.."" disse divetito ripetendo ciò che gli avevo detto io poco prima e continuando a ridere.
"Certo, ora ti crederanno Rocco Siffredi, no?"dissi dandogli uno schiaffetto sul capo.
"Ahio" urlò lui massaggiandosi il punto colpito, ma poco dopo scoppiò di nuovo a ridere.
Mi allontanai da lui sbuffando e con i pugni stretti, quel ragazzo mi avrebbe fatto prendere qualcosa prima o poi.

Mentre stavamo ritornando tutti in Hotel mi si affiancò Paul. Ero rimasta un po' più indietro degli altri, avevo bisogno di pensare ed ero anche molto stanca.
"Ti va di andare in un pub qui vicino?" mi chiese svegliadomi dai miei pensieri.
Mi trovai in difficoltà; non ero dell'umore adatto per uscire con lui e in verità mi ero anche dimenticata che dovevamo stare insieme dopo la Premier, troppo presa dal nervosismo creato da Ian.
Non riescivo a comprendere perchè lui non capiva il motivo per cui mi dava fastidio tutto questo e perchè giocava fino a quel punto con me. Ero una marionetta, un pupazzo, tra le sue mani.
Lo guardai aggrottando le sopracciglia.
"Ehm, sì, certo" risposi figendo un tono che esprimeva gioia.
Mi dispiaceva, non era colpa sua, ero solamente malinconica.
Lasciammo gli altri per la loro strada mentre noi ci avviammo verso il Pub.
Forse avevo bisogno di svagarmi un po', prima o poi avrei avuto la forza di tagliare quei fili invisibili che mi legavano a Ian.
 
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katherìne‘
view post Posted on 27/11/2009, 13:19




si si siiiiiiii! Evvia Paul finalmente si è dichiarato e, wow la scena nel bagno! amazing, posso averne una anche io di scena così? ahahah fantastica, spero che Elisabeth capisca presto che Ian si sta solo divertendo e che deve stare con Paul.
 
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;apple.
view post Posted on 27/11/2009, 14:37




CITAZIONE (katherìne‘ @ 27/11/2009, 13:19)
si si siiiiiiii! Evvia Paul finalmente si è dichiarato e, wow la scena nel bagno! amazing, posso averne una anche io di scena così? ahahah fantastica, spero che Elisabeth capisca presto che Ian si sta solo divertendo e che deve stare con Paul.

ahahahah quoto per la scena del bagno XD
a me però piace di più con Ian u.u.. anche se so che non può durare *sniffff*
 
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adolescent »
view post Posted on 27/11/2009, 14:44




mai dire mai con Ian u.u
ahahah scherzo (: - a questo punto sono curiosa di sapere che cosa direste del prossimo capitolo ò-ò -
 
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katherìne‘
view post Posted on 27/11/2009, 14:50




muoviti a postarlo e lo saprai ù.ù
 
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adolescent »
view post Posted on 27/11/2009, 15:45




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: ma quanto sono brava? già vi posto il nuovo capitolo u_u
sì, Ian è il solito stronzo, la mia domanda è: CAMBIERA' MAI? ò-ò
SPOILER (click to view)
con il tempo si verrà a scoprire che molte volte le sue azioni sono spinte dall'orgoglio, come ad esempio il finale di questo capitolo.

Nel prossimo capitolo finalmente ci sarà solamente Paauul, l'eroe che salva la situazione (:

Ottavo capitolo.
Up and Down.

Non c’era nessun rumore intorno a me, solamente un’allegra canzone francese di sottofondo a volume molto basso.
Mi girai a pancia in su e mi stropicciai gli occhi.
Li aprii leggermente, ma furono subito colpiti dalla violenta luce del giorno che filtrava dalla grande finestra vicino al letto.
“Ehi, dormigliona” mi salutò Nina, appena uscita dal bagno, in accappatoio e turbante.
Riaprii gli occhi e la guardai frastornata.
“Nina” biascicai in risposta mettendomi seduta a gambe incrociate sopra il letto.
“Allora?” mi chiese con i suoi occhi scuri che brillavano curiosi, mentre si metteva una crema idratante sulle gambe.
“Allora cosa?” chiesi guardandomi intorno in cerca del mio cellulare.
Appena finì di mettersi la crema, infilarsi dei jeans e una maglia saltò sopra il letto con un cuscino in mano.
“Mi metti paura così, Nina!” dissi fingendomi impaurita.
Lei in risposta mi guardò con sguardo trionfante, “dimmi cosa è successo ieri sera o ti uccido!” esclamò.
Scoppiai a ridere, “cosa vuoi sapere esattamente?” le chiesi continuando a ridere.
“Non scherzare” urlò ridendo anche lei e sbattendomi il cuscino su una spalla.
Infine si mise seduta a gambe incrociate, “Raccontami di te e Paul!”
Ci pensai un po’; la serata era stata tranquilla e divertente. Non era successo niente di eclatante o di importante.
“Siamo stati un po’ a parlare in un pub e poi a passeggiare per delle stradine della città, è veramente molto bella, sai?”
“Non cambiare argomento” mi disse socchiudendo gli occhi in due fessure.
“Non potrei mai” le risposi divertita alzando le mani in segno di resa.
Lei mi fissò con occhi speranzosi, avevo capito cosa voleva sapere.
“..Comunque no, niente baci. Solo uno sulla guancia davanti alla nostra camera per salutarlo” aggiunsi.
“Ma..?!”
“Ma.. mi sono divertita” dissi aggiungendo un sorriso incoraggiante.
“Che hai intenzione di fare?” mi chiese cambiando tono di voce, non c’era da scherzare ora e l’aveva capito.
“Si vedrà. La cosa certa è che non voglio stare male per Ian” dissi decisa.
“Grande” e mi abbracciò calorosamente.
Quella ragazza era veramente fenomenale.


Mi vestii velocemente e uscii dalla stanza insieme a Nina.
Una volta fuori notai solamente Zach appoggiato ad una colonna avorio e Ian seduto su una poltrona bourdeax con una faccia assonnata, di chi aveva dormito poco, e si guardava in giro.
“Gli altri?” chiesi.
Ian fece finta di niente, come se io non avessi nemmeno aperto bocca, mentre Zach educatamente mi rispose sorridente.
“Non si sono ancora svegliati, ma tanto oggi non abbiamo nulla da fare quindi la prendono tutti con comodo” mi spiegò educatamente.
Annuii e abbassai lo sguardo.
“Secondo me, Zach, voleva sapere di Paul” disse Ian con tono acido.
Arrossii visibilmente e spalancai gli occhi. Che significava quella frecciatina?
“No, la mia domanda era generica” risposi dura guardandolo negli occhi e non l’avrei dovuto fare perché il suo sguardo di disprezzo fu una pugnalata al cuore. Mi ritrovai ad abbassare lo sguardo di nuovo.
Mi stavo sentendo a disagio, non capivo bene il perché, ma Ian mi stava facendo agitare. Non capivo nemmeno cosa voleva ed era strano dal solito. Aveva qualcosa che non andava.
In più Zach mi aveva fatto venire in mente che oggi tutti loro non avevano nulla da fare perché potevano preparare le valige e fare un giro turistico della città, infatti la mattina successiva saremmo partiti per Atlanta e quella sua faccia, da chi non aveva dormito, non si spiegava molto.
Presi coraggio e alzai lo sguardo. Il più grosso errore della mia vita perché lui mi stava fissando, ancora duramente.
Fortunatamente arrivò in mio soccorso Nina che mi prese per mano e fece segno a Ian di alzarsi.
“Vogliamo stare qua a fissarci o andare a fare colazione?” chiese sarcastica.
“La mia pancia brontola” fece notare Zach.
“Anche la mia, sinceramente” riuscii a dire una volta ripresa.
Ian rimase zitto per tutto il tempo.
Una volta arrivati nella sala dove avremmo fatto colazione prendemmo un tavolino un po’ nascosto da alcune piante, non potevano stare sereni nemmeno lì.
“Posso prendervi io qualcosa, così non vi fate notare da nessuno” dissi cortese.
Nina guardò dietro di me e poi riportò l’attenzione sul mio volto.
“Ehm, credo sia troppo tardi”
“Perché?” chiese Zach sporgendosi nella stessa direzione dove poco prima stava guardando Nina.
Lei non rispose.
“Oh, vedo” aggiunse.
Mi voltai e notai due ragazzine che li guardavano imbambolate. Mi venne da ridere, come faceva certe gente a non vergognarsi?
Capisco che erano delle fan e amavano quei ragazzi, ma io ad esempio non avrei mai avuto il coraggio di fissarli in quel modo.
Ian non si era interessato alla nostra conversazione e si alzò senza dire nulla dal tavolo diretto al carrello dei piatti e delle posate. Lo osservai per tutto il suo tragitto e fu più forte di me, mi stava facendo agitare.
Mi morsi il labbro nervosa.
Non potevo stare sempre male per lui, in più l’avevo promesso a Nina; io mi dovevo fare la mia vita, senza curarmi dei suoi capricci.
Infatti non capivo, era il mio migliore amico e doveva volere la mia felicità, invece prima mi stuzzicava facendomi soffrire, ora era arrivato ad usare l’indifferenza e non c’era cosa peggiore.
Lo seguii al carrello e una volta alle sue spalle mi alzai in punta di piedi per sussurrargli all’orecchio, “Che hai?”
Lo affiancai e presi anch’io un piatto con delle posate.
“Che ti importa? Continua a farti i tuoi comodi, tranquilla” rispose con voce apatica, senza sentimento.
Mi fermai immediatamente e lo guardai sconcertata sbattendo più volte le palpebre.
“Cosa?”
Non mi rispose e senza guardarmi si diresse verso il tavolo delle frittate.
Lo seguii immediatamente, ora alimentata da un fuoco che mi era cresciuto dentro.
Lo bloccai per un braccio facendolo girare verso di me, “Continuo a farmi i miei comodi? Ian, ma ti senti quando parli? Anzi, no, mi correggo, ci pensi prima di parlare? Io mi sto annullando per te, sono venuta qui dopo che tu mi hai praticamente costretta a venire per fingere di essere la tua ragazza e per far ingelosire Natalie e ora mi dici di farmi i miei comodi con quel tono?”
“Puoi abbassare la voce? Ci stanno fissando tutti” disse, guardandomi quasi disgustato.
Spalancai gli occhi, prima non credendo alle mie orecchie, poi quando metabolizzai il tutto lo guardai fulminandolo.
“Ma vaffanculo, Ian” gli dissi spingendolo via da me.
Me ne andai senza guardarmi indietro e trattenendo le lacrime. Che avevo fatto di male questa volta?
Salii in camera sbattendo la porta con forza e mi buttai sul letto.
Iniziai a piangere, a piangere tutte le lacrime che avevo in corpo finchè la porta della camera si aprì.
“Vattene, Nina, non voglio parlare con nessuno” dissi tra un singhiozzo e l’altro.
“Non sono Nina” disse una voce maschile.
Mi asciugai gli occhi e rimanendo distesa mi girai con il volto verso il ragazzo che era appena entrato.
“Zach?! Che ci fai qui?” gli chiesi con voce nasale.
“Mi ha dato le chiavi Nina, ha pensato che forse ti andava di sfogarti con me, invece che con lei. Ormai il suo pensiero lo sai” mi spiegò.
“Sì, ma è difficile fare come dice lei” e nascosi il viso nel cuscino.
“Tu e Ian vi conoscete da tanto?” mi chiese dopo un po’ di minuti di silenzio.
“Da quando eravamo piccoli”
“Wow, e come è stato il vostro rapporto?”
“Fantastico, fino a che il mondo del cinema non l’ha portato via” risposi acida.
“e tu ci stai male” continuò.
Mi alzai mettendomi seduta a gambe incrociate di fronte a lui e tirando su con il naso.
“Il fatto è che ormai per lui non sono più niente, appartengo al passato e sono solamente una persona che può sfruttare. Sa che io farei di tutto per lui e sono pronta a fargli qualsiasi favore, ma credevo che essendo mio amico si sarebbe curato dei miei sentimenti. Sto pensando di ritornare a Convigton, ho bisogno di ritornare a casa, di staccarmi da lui, di andare a casa dei miei amici e sfogarmi..” ero talmente presa dal discorso che avevo anche smesso di respirare.
“..anche se lo sto già facendo con te e grazie” aggiunsi sorridendogli.
“Non preoccuparti, ogni amica di Ian è amica mia, in più c’è da dire che sei anche molto simpatica” disse spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Mi aiuteresti a fare le valige? Domani voi prenderete il volo per Atlanta e io per Convington” gli spiegai.
“Sicura? Non vuoi mettere le cose a posto con Ian?”
“No, credo sia impossibile. Insomma, ogni volta che ci parlo va a finire che ci soffro e non voglio più soffrire per lui, non merita il mio dolore”.
“Io credo, ma è solamente una mia supposizione, che lui sia geloso di Paul. Ieri sera è rimasto in terrazza fino al suo rientro e quando è tornato lo ha riempito di domande e ci è uscito anche un battibecco”.
Lo guardai sconvolta, non credendoci.
“Stai dicendo sul serio?” gli chiesi.
“Secondo me e Nina è così, ma lei non vuole dirtelo perché sa che ci staresti anche peggio..” immediatamente si fermò tappandosi la bocca.
Io scoppiai a ridere divertita.
“Tu sputtani sempre tutto, giusto?”
“Mi capita” rispose anche lui ridendo.
Scesi dal letto iniziando a raccogliere i vari vestiti sparsi per la stanza, era veramente un casino. Io e Nina non potevamo stare di stanza insieme, ormai era diventato un campo minato.
“Comunque non mi importa, il problema è suo” dissi piegando i vestiti raccolti.
“Sicura?”
Ci pensai un po’ su, “No, ma è meglio così” dissi infine continuando a mettere a posto.
“Ehi, ti avevo chiesto aiuto se non ricordo male” aggiunsi poco dopo tirandogli delle calze rosa.
“Solo se questo pomeriggio vieni con tutti noi a fare shopping, pare che Candice abbia piani bellicosi” disse sogghignando.
“Va bene, ma lo faccio solo per farmi aiutare” dissi scherzando.
E grazie a lui passai una mattinata ridendo e scherzando.



Alle tre ci incontrammo tutti nella hall dell’albergo e mi venne l’idea di portare con me la macchinetta fotografica per immortalare i bellissimi paesaggi di quella città. Candice non stava più nella pelle, sembrava una bambina piccola il giorno del suo compleanno.
Io, Nina e Kayla la guardavamo ridendo mentre lei osservava tutte le carte di credito che aveva nel portafoglio con occhi sognanti.
“Comprerò tutto” diceva saltellando.
Scattai qualche foto anche lì, mentre aspettavamo che Michael e Ian scendevano.
Appena arrivarono feci finta di niente, non volevo guardarlo e soprattutto non volevo dargliela vinta. Me ne ero andata mandandolo a quel paese e di sicuro non sarei stata io a parlargli per prima.
Se era per me potevamo semplicemente non rivolgerci più la parola.. dio, no, lo guardai.
Quei suoi occhi azzurri come due diamanti mi incatenarono per diversi secondi, poi arrossendo abbassai lo sguardo.
La cosa più brutta era che mi guardava ancora con ostilità, quando in fondo io non gli avevo fatto niente.
Dovevo essere io quella arrabbiata, quella che lo guardava fulminandolo, quella indifferente e invece mi ritrovavo sempre e solo a guardarlo di sottecchi senza farmi scoprire da nessuno.
Nina mi prese a braccetto e seguimmo il gruppo che si stava avviando all’uscita dell’hotel.
“Hai idea di quel che comprarti?” le chiesi.
“Vedo al momento” mi rispose raggiante.
Così il pomeriggio passò veloce, tra scherzi, risate e i miei mille flash. Erano veramente tutte persone fantastiche e divertenti. Si prendevano in giro l’una con l’altra ma senza prendersela, capendo lo scherzo.
Per la prima volta ero felice di aver assecondato Ian in quella messa in scena, in questo modo avevo conosciuto persone veramente belle. Ogni ragazza sarebbe voluta essere al mio posto e ne ero cosciente.
Ad un certo punto Kayla si fermò in un giornalaio per comprare delle riviste.
“Chissà che si dice di noi in questi giorni?” chiese con un pizzico di ironia.
Entrò e l’aspettammo tutti quanti fuori. Molti fumavano e altri si sistemavano meglio i cappelli e le sciarpe per non farsi riconoscere.
Dopo pochi minuti Kayla uscì con tre riviste in mano e si diresse verso Ian. Non mi avvicinai anche se notai che nella copertina ci dovevo essere anch’io.
“Vado a sentire e poi ti riferisco” mi disse Nina al mio fianco, capendo che io non mi sarei mai avvicinata ma morivo di curiosità.
Annuii mettendomi seduta su una panchina lì vicino e prendendo in mano la mia Reflex.
Ero presa dal riguardare le foto che non mi accorsi della persona che si era seduta vicino a me. Quando alzai lo sguardo sussultai alla sua vista.
“Sei bellissima quando sei assorta nei tuoi pensieri” mi disse sorridendomi.
“Grazie” e arrossii visibilmente.
“Ti vedo un po’ tesa oggi”.
“Si nota?” chiesi subito alzando lo sguardo. Se ne era accorto anche Ian? Perché in lui non vedevo nessun segno di cedimenti mentre in me era così palese?
“Io l’ho notato” disse avvicinandosi al mio orecchio, “per questo ti ho preparato una sorpresa” mi sussurrò.
Sobbalzai, “una sorpresa?”
“Sì, alle nove di fronte la porta della tua camera e avverti Nina che non tornerai a dormire questa notte”
Rimasi senza parole, provavo un misto di felicità e scontento.
Volevo lasciarmi tutto alle spalle e aggrapparmi a lui, ma avevo anche una gran voglia di rimanere sola e piangere, senza nessuno che mi veniva a chiamare o che voleva parlare con me per confortarmi.
“Ehi, ti faccio il.. oh, ragazzi scusate” si intromise Nina.
“No, dai, sono curiosa di sapere che cosa si vocifera” dissi io alzandomi dalla panchina, dirigendomi verso di lei e lasciando Paul lì, da solo.
“Ma sei sicura che..”, ma la strattonai portandola via.
“Dimmi tutto!” le dissi abbastanza lontana da tutti.
“Non capisco perché non volevi rimanere lì con Paul però.. Allora, sul primo magazine c’erano molte foto della premièr di ieri sera e poi c’era un titolo enorme con scritto “Che ne pensate della nuova fiamma di Ian Somerhalder?”” disse ridendo. “Non fanno ridere?” aggiunse.
“Continua” la intimai.
“Poi nel secondo.. bhè, ci sono delle immagine tue e di Paul di ieri sera e lì i giornali hanno scritto qualcosa di velenoso qua e là del tipo –Wesley ruba la ragazza a Somerhalder? Aria di crisi nel gruppo-”
“E Ian che faccia ha fatto?” chiesi tutto d’un fiato.
“Non ha voluto sentire altro e si è allontanato” disse con voce bassa, quasi si sentisse in colpa.
“Non lo capisco” dissi affranta.
“E io meno di te ultimamente, ma il mio consiglio lo sai, buttati tra le braccia di Paul e scordatelo. Lascialo ai suoi sbalzi d’umore, è addirittura patetico secondo me” disse abbracciandomi.
“Lo dici solo per rincuorarmi” e le sorrisi grata.
“No, lo penso veramente, tesoro mio” e mi abbracciò ancora più forte.
Ian ci raggiunse dopo una mezzoretta con una birra in mano. Vidi Zach avvicinarsi a lui, ma evidentemente lo mandò subito via perché con aria scocciata lo lasciò nuovamente da solo.
Mi dispiaceva vederlo così e non capivo proprio cosa gli prendeva. Forse Zach aveva ragione, forse era geloso di me e Paul, ma per quale motivo? Quella gelosa dei due ero sempre stata io e sinceramente ero anche molto più brava di lui a non darlo a vedere.
Con i miei fiumi di pensieri entrai in un negozio seguita da Candice.
“Bella scelta” mi disse euforica.
“Amo questo negozio” aggiunse poco dopo.
Le sorrisi educata benché non sapevo neanche in che negozio ero entrata troppo presa dalle mie paranoie.
Subito però vidi un vestitino che attirò la mia attenzione. Era veramente molto carino, blu elettrico e nero.
Improvvisamente sentii una mano su un fianco e mi girai di scatto.
“Mi dispiace per questa mattina” disse con voce sensuale e bassa a pochi centimetri dal mio viso.
Stavo per rispondere che al suono della sua voce mi era passato tutto, che ormai era acqua passata, che non mi importava, che ora l’unica cosa importante era perdermi nei suoi occhi azzurri, ma riuscii a riprendermi appena in tempo per mordermi la lingua e riprendere un po’ di autocontrollo.
“Pensi di cavartela così?” dissi acida scansandomi dalla sua presa e rimettendo al suo posto il vestito.
“Scusa, ero incazzato per delle mie ragioni e me la sono presa con te” continuò.
Sogghignai amaramente e mi girai per guardarlo in faccia.
“Sai, Ian, una volta io ero colei con cui ti potevi sfogare, colei che ti abbracciava se eri triste, colei che ti aiutava per qualsiasi problema, colei che non guardavi mai con odio o ribrezzo. Invece ora sai solamente farmi soffrire e.. sfruttarmi e la cosa che fa più male è che non te ne accorgi” dissi con voce bassa, tranquilla, che non tradiva nessuna emozione.
Mi accorsi che lui rimase per un po’ pietrificato e fui soddisfatta perché finalmente le mie parole gli erano arrivare, finalmente le mie parole non gli scivolavano addosso come se niente fosse, poi mi accarezzò una guancia e avvicinandosi mi baciò la fronte.
“Lo so, vorrei potermi far perdonare” mi disse abbracciandomi.
“Allora lasciami andare a Convington, lasciami riprendere i miei battiti, ci rivediamo al ritorno” dissi sentendo le lacrime che volevano uscire, di nuovo.
“No, non posso”.
“Perché?”
Non rispose subito, vidi che aprì la bocca, ma la richiuse subito, ripensandoci.
“Perché mi servi, che domande sono?” disse scoppiando a ridere improvvisamente, cambiando tono di voce.
Lo allontanai da me per guardarlo in faccia.
“Come?” gli chiesi disorientata, gli servivo per cosa?
“Ricordi il patto per cui mi hai seguito fino a qui?”
Annuii a bocca aperta e pregai che fosse tutto solamente un brutto incubo.
“Cosa diranno i giornali se ti vedranno ritornare a Convigton da sola? E poi Natalie?”
Sbattei per un attimo le palpebre non credendo alle mie orecchie, infine reagii.
“E cosa direbbe la stampa di questo?” gli chiesi dandogli uno schiaffo e andando via.
Sentii lui urlarmi dietro, "Hai ragione, mi servi solamente!"
Chiamai un taxi e me ne andai, senza sapere dove.
 
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;apple.
view post Posted on 27/11/2009, 18:44




Ian finge, ne sono più che sicura u.u
Uffiiiiiii non mi piace con Paul..>.< ok il bacio c'era tutto nell'altro capitolo, ma con Ian è tutta un'altra cosa *O*
SPOILER (click to view)
ma quella del tuo avatar è la kris??
 
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katherìne‘
view post Posted on 28/11/2009, 13:10




bello bello bello *o* finalmente Ian ha avuto quello che si meritava! io tifo per Paul, ma so già che non la farai durare molto ahahah, Nina the best e anche Zach ehhe, continua presto!
 
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adolescent »
view post Posted on 28/11/2009, 13:37




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Credo che con questo capitolo sono caduta troppo nello smielato ahahah no, scherzo XD
Sono un po' titubante, ma spero che vi piacerà.
SPOILER (click to view)
kerol, no non è Kristen, ma Rachel Bilson **
la tua gif nella firma è favolosa ahahah (: che cavolo sta facendo Robert?


Nono Capitolo.
Daze.

Mugugnai abbracciando ancora di più il corpo sotto di me e allungai una gamba per incrociarla con la sua, ma.. un attimo.
Chi era quello sotto di me?
Aprii cautamente gli occhi, sperando di non aver fatto una cavolata la sera prima.
Dopo essere fuggita da quel negozio chiamai un taxi e sconvolta entrai dentro un locale ordinando diverse birre.
Vidi una camicia stropicciata e salendo con lo sguardo il viso rilassato di Paul, che stava dormendo.
Feci un respiro profondo, costatando di essere tutti e due vestiti e di non aver fatto l'amore con una persona sconosciuta mentre ero ubriaca.
Mi sollevai appoggiandomi ad un braccio e riavviandomi i capelli.
Provai a ricordare quello che era successo poco prima, ma Paul si svegliò.
"Come stai?" mi chiese assonnato.
Improvvisamente un'immagine mi riaffiorò alla mente e chiusi gli occhi per ricordare.

"Paul che cazzo ci fai qui?" gli chiesi traballante sorreggendomi ad un omone pelato e muscoloso che mi stava sorreggendo.
"Adesso tu vieni con me" mi disse autoritario prendendomi per un polso.
"Lasciami stare!" urlai scansandomi.
"No, non ti lascio stare, ti porto in albergo" continuò imperterrito.
"Non hai sentito? Ha detto di lasciarla stare" disse in mia difesa l'omone.
"Stai zitto, tu, che vuoi solamente portartela a letto" lo accusò con tono minaccioso.
"Ma che.."
"Basta!" urlai io, portandomi una mano alla testa. Stava scoppiando.
Paul sfruttò quel momento in cui abbassai la guardia per prendermi su una spalla.
"Ma che fai? Mettimi giù, immediatamente!" urlai scalciando.
"Non sei abbastanza lucida per dirmi cosa devo fare" mi disse portandomi fuori dal locale.
"Hey, lasciala stare" lo fermò il muscoloso uomo bloccandolo per un braccio.
Paul si fermò immediatamente, sentii i suoi muscoli tirarsi, poi mi posò a terra, si girò e gli diede un pugno prepotentemente.
"Lascia stare Elisabeth, ok?" gli urlò e rapidamente mi riprese in braccio per portarmi via.
Appena fuori iniziai a respirare affannosamente e sentii come un pugno allo stomaco. I ricordi, le sensazioni, tutti i perchè percui avevo bevuto mi rivennero in mente.
Paul mi portò fino ad una panchina dove mi mise seduta e iniziai a singhiozzare.
"Cosa hai?" mi chiese dolcemente accarezzandomi una guancia.
I miei singhiozzi si stavano facendo sempre più continui finchè non scoppiai in lacrime urlando, "Perchè? Perchè Paul non c'è lui qui? Perchè non c'è Ian qui con me? Perchè non mi vuole?"
Sputai quelle parole come si fa con il veleno, sconvolta e piena di rabbia.
Iniziai a dargli dei piccoli pugni sul petto, mentre lui mi abbracciò forte.
"Shh" provò a consolarmi, a farmi smettere di singhiozzare in quel modo.
"Perchè? Perchè non mi vuole?" continuavo a dire in lacrime.
Mi fece sfogare, senza dirmi niente e quando finii mi fece stendere sulla panchina. Ero sfinita, da tutto.
Rimasi per un po' con la testa appoggiata alle sue gambe guardando la luna alta in cielo senza pensare a niente, ma improvvisamente mi alzai, mi avvicinai ad un albero e vomitai.
Paul mi si fece velocemente vicino e mi tennè i capelli, mentre io mi vomitavo anche l'anima.


Ritornai in me stessa e mi girai a guardarlo.
Improvvisamente iniziai a piangere, ancora, sopraffatta dai ricordi della serata precedente.
Lo abbracciai portando le braccia al suo collo e appoggiando il viso sopra la sua spalla.
"Mi dispiace, mi dispiace.." ripetevo interrotta dai singhiozzi.
"Non ti preoccupare, sono qui per questo" mi diceva lui dolcemente accarezzandomi i capelli.
Richiusi gli occhi e altri ricordi mi affollarono la mente.

"Che è successo?" sentii una voce allarmata farsi vicina, ma non capii subito chi fosse, sentivo tutto troppo ovattatamente ed ero troppo stanca per aprire gli occhi.
"Non sono affari che ti riguardano, Ian" gli rispose Paul.
Ebbi un sussulto e mi accoccolai ancora di più a lui, quasi impaurita nel sentire quel nome.
"Non sono affari miei?" gli chiese quasi indignato.
"Bhè, no, visto che non ti importa poi così tanto di lei, che l'unica cosa che sai fare è farla soffrire" rispose in tono freddo.
"..e ora scusami, ma la porto in camera".
"Ci penso io" disse Ian a denti stretti.
La rabbia crebbe dentro Paul, ma cercò di tenere la calma, lo capii dal suo tono di voce.
"Sai, non c'eri tu mentre era avvinghiata ad uno che voleva solamente scoparsela, non c'eri tu mentre piangeva sconvolta e di nuovo, non c'eri tu mentre vomitava tutto quello che aveva bevuto!" gli spunto in faccia Paul.
Non sentii risposa, evidentemente era stato colpito e affondato.


Ebbi un sussulto a lo abbracciai ancora di più.
Infine alzai il volto e guardandolo negli occhi mi avvicinai e lo baciai.
Avevo bisogno di lui, solamente di lui in quel momento.


"Quando li raggiungiamo?" gli chiesi una volta ripresa dal turbine di emozioni.
"Prendiamo il volo nel pomeriggio, scusa per la fretta, ma mi aspettano per iniziare a girare le scene" mi spiegò.
Per la mia cavolata della sera prima avevamo perso il volo della mattina.
"Non sono io che ti devo scusare" gli dissi imbarazzata.
Lui mi si avvicinò e mi baciò la fronte. Mi sentii protetta, per la prima volta dopo molto tempo mi sentivo bene, come se qualcosa di giusto l'avevo fatto ed era così.
Mi ero fidata di Paul ed ero pronta a lasciarmi alle spalle Ian.
Quando la sera lo avrei visto non avrei avuto niente da dirgli e sperai con tutto il cuore che mi avrebbe lasciato stare. Me lo doveva, almeno quello.
"Che ne dici di pranzare fuori? Magari in un ristorante verso il porto" mi propose.
Gli sorrisi felice, "Certo".
Mi portò in un ristorante bellissimo, fin troppo lussuoso e mi trattò da regina.
Bevemmo vino italiano e mangiammo un ottimo pesce spada.
Ero veramente libera quel giorno, mi sentivo con un peso in meno sulle spalle, forse mi aveva fatto bene piangere, ormai mi sentivo prosciugata, in più mentre spezzai un pezzo di gressino guardai i suoi occhi verdi e riacquistai la forza perduta.
Elisabeth non era una ragazza piagnucolona e malinconica, lei rideva, sempre.
Finito di pranzare mi portò a vedere il porto con le varie navi e i vari porticcioli. Vancouver era veramente bella, città e mare insieme. Spettacolare.
Poco prima di tornare in albergo per prendere le valige e andare in areoporto facemmo un ultimo giro.
Mi fermai ad un piccolo carrello di caramelle e zucchero filato.
Ne presi uno stecco e lo mangiai sotto lo sguardo sorridente di Paul, sì, sorridente, perchè in quel giorno anche i suoi occhi sorridevano.
"Ne vuoi un po'?" gli chiesi ponendogli un pezzetto ovattato di zucchero.
Lui rise divertito.
"Che c'è?"
"Niente, sei buffa", si chinò e mi baciò leggermente le labbra.
"Sanno di fragola" disse infine e io gli risposi con un sorriso.
Non ero abituata a tutta quella dolcezza, il mio cuore stava pompando troppo velocemente, di lì a poco mi sarebbe uscito dal petto, lo sentivo.
Ritornando in hotel prendemmo le valigie, chiamammo un taxi e andammo in areoporto.
Il viaggio passò tranquillo, Paul si addormentò e io rimasi per tutto il tempo a fissare immobile le nuvolette che sovrastavamo.
Uscì una lacrima, che asciugai subito. Non ero infelice, stavo bene, evidentemente era una lacrima di felicità.
Tracciai con il dito sul finestrino freddo "mi manchi", ma appena realizzai cancellai subito.
No, non mi mancava per niente.

Arrivammo per l'ora di cena, Paul mi disse che Nina e Katerine dormivano da Candice che aveva gli zii di Atlanta e sicuramente avrebbero avuto un posto anche per me, mentre lui dormiva con Ian e Zach in una casetta presa in affitto.
Chiamò Candice, che gli disse di aspettarla davanti casa e che sarebbe arrivata subitissimo. Mi sentii un po' in imbarazzo, non volevo creare disordini.
"Ehi, non voglio essere d'impiccio" dissi a Paul una volta scaricate le valige dal taxi.
"Sei qui perchè lo voglio io e le altre le conosci, no?! Sono tutte molto aperte a nuove amicizie" mi disse rassicurandomi.
Lei arrivò subito dopo spiegandoci che si erano tutti ritrovati da Kayla per vedere i nuovi copioni.
Posai la valigia in una stanza molto graziosa dalle pareti ocra. Al centro c'era un letto a baldacchino dalle lenzuola bianche e intorno molti mobili antichi in legno scuro.
"Dovrai dividerla con Nina, lei ha detto che le sta bene quindi.." mi spiegò mentre io posavo la valigia vicino l'armadio.
"Va più che bene, grazie mille" dissi abbastanza imbarazzata.
"Tranquilla, sei una di noi" mi rassicurò dolcemente abbracciandomi.
"Grazie" farfugliai colpita da quel gesto, in fondo non ci conoscevamo molto.
Paul rimase appoggiato alla soglia ad aspettarci, immobile.
Poco dopo raggiungemmo gli altri a casa di Kayla; non so se ero pronta di rivedere Ian.
 
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katherìne‘
view post Posted on 28/11/2009, 14:04




waaaaaaaaaa, Paul super-dolce, se Elisabeth non lo vuole ci sono io! ahahahah fantastico e ora che succederà con Ian?
 
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;apple.
view post Posted on 28/11/2009, 17:56




CITAZIONE (katherìne‘ @ 28/11/2009, 14:04)
waaaaaaaaaa, Paul super-dolce, se Elisabeth non lo vuole ci sono io! ahahahah fantastico e ora che succederà con Ian?

quoto.. postaaaaa *O*
 
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adolescent »
view post Posted on 29/11/2009, 14:22




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Purtroppo alla nostra Elisabeth gliene succedono di tutti i colori, poverina ç_ç

Decimo Capitolo.
Confusion.

Arrivammo in una via di villette a schiera molto carine, la casa di Kayla era la più grande con un bellissimo giardino curato e un lungo vialetto che ti portava di fronte al portone.
Bussammo e appena la porta si aprì della musica ad alto volumo mi invase. Riconobbi subito "Too much TV" dei Planet Funk.
Vidi Kayla abbracciarmi con un raggiante sorriso e mi invitò ad entrare. Dentro c'era un po' di casino, evidentemente non stavano imparando il copione.
Entrai con un sorriso di incoraggiamento, più per me stessa che per qualcun altro.
In salotto vidi solamente Michael e Zach, quest'ultimo si alzò immediatamente venendomi incontro.
"Ben arrivata, ho saputo di ieri sera.."
"Già!" lo interrompei io. Per me era una cosa abbastanza imbarazzante e non volevo ricordarla.
"Stai bene ora?" mi chiese premuroso.
"Molto meglio" risposi con un sorriso felice.
Improvvisamente sentii qualcuno tapparmi gli occhi con le mani. Erano troppo piccole per essere quelle di Ian, così chiesi chi era.
Sentii una risatina e capii subito chi fosse.
"Nina!" urlai.
Lei levò la presa e mi abbracciò calorosamente.
"Mi sono preoccupata così tanto!" mi disse stritolandomi.
"Grazie, ma non dovevi" le dissi rassicurandola.
"Da come mi ha detto Ian.."
"Ian?" chiesi senza farle finire la frase.
"Sì, era molto preoccupato. Inizialmente aveva bussato in camera nostra e ti cercava, ma gli dissi che tu non eri ancora rientrata. Poco dopo ribussa e mi disse che ti aveva visto in braccio a Paul quasi senza sensi".
"Era preoccupato?"
"Come poteva non esserlo?"
"Giusto" le risposi abbassando lo sguardo.
"Dai vieni con me in cortile e prendi un pezzetto di torta" mi disse poco dopo prendendomi per mano.
La seguii in cucina, una stanza grande con un tavolo di legno vicino alla parete destra e a sinistra i fornelli con un'enorme finestra che dava su tutto il cortile.
Nina prese un pezzetto di torta da sopra il tavolo e mi porse il piatto, poi mi portò in cortile.
Salutai tutti quanti con un segno della mano; notai che Paul stava parlando con Katerina bevendo ogni tanto dalla bottiglia di birra che aveva in mano.
Spostai lo sguardo per guardarmi intorno e infine lo vidi.
Era seduto su una draia dove era distesa Kayla e stavano parlando con Candice che invece era rimasta in piedi.
Rideva, sembrava felice e non si curò di me.
Io rimasi con Nina a parlare del più e del meno, mangiando il mio pezzetto di torta.
Mi raccontò di una bambina carinissima, sugli otto anni, che in areoporto le chiese l'autografo su una guancia, poi mprovvisamente si fece seria, vedendomi che ogni tanto spostavo lo sguardo su Ian, "Dovresti parlarci".
"Non ho niente da dirgli" dissi amaramente.
"Forse lui sì".
"Mi sono stufata di cercarlo sempre io, se vuole dirmi qualcosa sono qui, potrebbe alzarsi da quella fottuta sdraia, venire qui e parlarmi, chiedermi come sto se gli interessa così tanto. Ogni tanto penso che fa una cosa e ne pensa un'altra" e sentendo gli occhi farsi lucidi lasciai Nina lì, da sola, e me ne ritornai in cucina.
Appoggiai il piatto sul lavandino e mi fermai appoggiata al lavabo con la testa bassa.
Non dovevo piangere, per nessun motivo.
Alzai piano la testa e la vista del cortile mi rallegrò un poco. Vedere tutti che ridevano e si divertivano mi faceva bene.
Ma un attimo, Ian non c'era più lì!
"Scusa, scusami di tutto".
Quelle parole mi colpirono come uno schiaffo.
Mi girai piano per guardarlo, guardarlo dritto negli occhi.
"Cosa?"
Fece un passo avanti, verso di me, e ripetè quello che aveva detto poco prima.
"Non ci faccio niente delle tue scuse, non più" dissi dura e feci per andarmene, ma lui mi fermò per un polso.
"Ti prego, stammi ad ascoltare.."
Lo fermai immediatamente, non volevo sentire altro, non volevo più sentire le sue stupide scuse.
"Non ho più voglia di starti ad ascoltare, non ho più voglia di stare a sentire le tue stronzate, non ho più voglia di stare male per te, che non ti meriti nemmeno che io stia qui a parlarti. Devi andartene dalla mia vita, andartene e non cercarmi più" gli urlai contro.
"Vuoi buttare nel cesso tutti questi anni di amicizia?" mi chiese, per la prima volta con voce tremante.
Lo guardai per dei secondi che sembrarono anni e infine mi feci coraggio e risposi.
"Sì" e me ne andai.
Tornai in sala, mi fermai un attimo per cercare la porta del bagno, ma qualcuno mi prese per la vita e mi fece fare una giravolta.
"Ehy, Zach, scusami.. sto cercando il bagno, sai dove è?" gli chiesi cercando di mantene un tono di voce tranquillo.
"Sì, laggiù" mi indicò facendosi serio.
"Stai bene?" mi chiese accarezzandomi una guancia.
"Mi avete rotto, tu e tutti quanti con questa domanda del cazzo!" gli urlai, scoppiando e fuggendo in bagno.
Lo so, non avrei dovuto, era stato così carino con me, come tutti gli altri, ma la bomba era scoppiata e non ero riuscita a fermarla.
Mi sedetti subito sul bordo della vasca nascondendo il volto tra le mani e piansi.
Credevo che ormai avevo prosciugato tutte le lacrime che avevo in corpo e invece mi trovavo di nuovo a piangere per colpa di una persona che non meritava nemmeno una goccia delle mie lacrime.
Rimasi per minuti interi in quella posizione a piangere, poi una volta riprese le forze mi alzai in piedi e mi guardai intorno.
Il bagno era molto carino, aveva una luce soffusa data anche dalle mattonelle rosate.
Mi avvicinai al lavandino e mi guardai allo specchio.
La mia pelle era sempre bianca, quasi diafana, ma ora avevo gli occhi e il naso arrossati.
Mi lavai il volto e cercai in una trousse dei trucchi. Non potevo uscire da lì con quella faccia.
Trovai una matita nera e un po' di fard, mi truccai e una volta finito mi guardai allo specchio per dare un giudizio.
Non ero in gran forma, avevo ancora lo stomaco in subbuglio dalla sera precedente e gli occhi ancora leggermente gonfi, ma potevo andare.
Improvvisamente sentii qualcuno bussare alla porta e sussultai presa alla sprovvista.
Mi avvicinai alla porta e aprii.
"Scusa era.." mi fermai immediatamente vedendo Ian di fronte a me.
Lui rimase a fissarmi e infine mi baciò.
Prese il mio viso tra le sue grandi mani e avvicinò la sua bocca alla mia.
Sgranai gli occhi non capendo, perchè lo stava facendo? Perchè mi voleva fare del male?
Quando ripresi lucidità lo scansai e lo guardai con aria interrogativa, non capendo.
Lui non tolse le mani dal mio volto e guardandomi dritto negli occhi mi disse quelle parole che speravo di sentirgliele dire da tanto tempo, "Non sono niente senza di te, per favore non farmi questo. Io ho bisogno di te. Non potrei mai andarmene dalla tua vita".
Rimasi a bocca aperta a fissarlo finchè non mi ritornò la salivazione e abbassai lo sguardo.
"Ti ricordi cosa dice la mia canzone preferita?" gli chiesi ancora con lo sguardo basso, perchè rincontrare quegli occhi sarebbe stato come un paletto nel cuore.
"Bhè, pensaci..", alzai lo sguardo, "..vado a cercare Paul!" e lo lasciai lì.
Lo sentii dare un pugno al muro, ma non mi voltai.

"Sei così sicuro e forte da non poter essere toccato da nessun sentimento?
Sei così sicuro che se ti colpisse ne saresti immune?
Se non per le cose belle, per che altro si puo correre il rischio di soffrire?
Perchè correre il rischio?
Se tutto cio che credi di conoscere
rendesse la tua vita insopportabile,
cambieresti?
Vorresti Cambiarla?
Se volessi cambiare ogni regola e spezzare le catene,
Ed arrivassero dei brutti momenti nella tua vita
non vorresti un cambiamento?
Change - Tracy Chapman
"

La serata passò tranquilla, non vidi più Ian, forse era tornato a casa, ma non me ne curai.
Dopo aver chiesto scusa a Zach rimasi sempre accanto a Paul che mi riportò il sorriso, mi lesse il copione e ridemmo insieme di certe frasi.
Feci finta di essere Elena e quando Nina sentì si avvicinò a noi, "Vuoi soffiarmi il ruolo?" mi chiese ridendo.
"Non potrei mai!" e rimanemmo tutti lì a ridere, scherzare e bere birra fino alle due del mattino.
Infine tornammo tutti a casa, il giorno dopo si iniziava a girare e forse avevano fatto troppo tardi.
Una volta a casa di Candice fu difficile per me e Nina prendere sonno. Rimanemmo quasi fino alle quattro a parlare, a farci il solletico o a giocare a cuscinate.
Poco prima di addormentarci mi fece una domanda.
"Non ho visto più Ian, ne sai qualcosa?"
Ma quella domanda mi fece più male di quanto pensassi così feci finta di essermi addormentata e Nina spense la luce della abatjour.

I giorni passarono e passavo tutto il mio tempo con Paul in giro per la città o con Candice e Nina a guardare un film in casa.
Sul set cercai in tutti i modi di non incontrare mai Ian, anche se ogni tanto capitava, ma anche in quei casi facevo di tutto per non guardarlo.
Eppure ogni tanto i nostri sguardi si incontravano, cercavo di toglierlo subito, consapevole che se non l'avrei fatto sarei annegata in quegli occhi, come in un baratro.
Non ci parlammo per una settimana finchè Candice non invitò tutti ad una cena a casa nostra.
I maschi del cast avrebbero cucinato nel cortile il barbecue; si prospettava una bella serata.
 
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katherìne‘
view post Posted on 29/11/2009, 17:39




gli sta bene ad Ian, così impara a sfruttare la povera Elisabeth... io continuo a tifare per Paul! tsè..
 
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adolescent »
view post Posted on 29/11/2009, 18:22




allora, forse, nel prossimo capitolo mi odierai ò_ò
 
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katherìne‘
view post Posted on 29/11/2009, 19:50




no tranquilla, ti odio già.
 
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63 replies since 10/11/2009, 22:31   456 views
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