Jealousy, fan fiction

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adolescent »
view post Posted on 23/11/2009, 19:21




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Ed ecco a voi il seguito (:
Comparità finalmente Nina, un altro personaggio importante per questa fanfiction!

Quarto Capitolo.
"Is she your girlfriend?"
"Oh, yea."



-Prima Parte-





"Svegliati, dai, dormigliona!"
Una voce bassa mi svegliò, mugugnai e mi girai dall'altra parte. Stavo sognando, era evidente.
"Forza, abbiamo una cosa da fare" continuava la voce.
Nascosi la testa sotto il cuscino, non era possibile che mi seguiva dappertutto, dovevo smetterla di sentirlo e vederlo ovunque.
Sentii una mano scostarmi i capelli dal collo e con un dito farmi il solletico. Mi nascosi sotto le coperte, non avendo capito ancora la situazione.
"Do fuoco al tuo armadio se non ti svegli, e lo sai che se lo dico lo faccio!" mi minacciò.
Mi alzai immediatamente.
"No, i vestiti no, tutto ma i vestiti no!" urlai spalancando gli occhi.
"Buongiorno principessa" e tranquillamente mi diede un bacio sulla guancia.
Quando il mio cervello capì e mise a fuoco la situazione urlai.
"Che cosa ci fai qui? Come hai fatto ad entrare?" dissi con voce stridula.
Ian tirò fuori dalle tasche un mazzo di chiavi e me lo sventolò davanti agli occhi.
"Ricordi?! Me lo avevi dato un po' di tempo fa.." disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mi morsi il labbro arrabbiata.
"Ah, mannaggia a me e a quando mi viene in mente di darti le chiavi di casa!" piagnucolai come una bambina piccola sbattendo i piedi sul pavimento.
"Su su, non fare i capricci, vestiti e andiamo!"
Presi dei vestiti dalla sedia della scrivania e glieli tirai in faccia.
"Pravacy, please" gli dissi con un sorriso a trentadue denti finto più che mai e spingendolo fuori dalla stanza.
Chiusi la porta e mi appoggiai ad essa fissando fuori dalla finestra. Cosa voleva oggi? Mi avrebbe fatto diventare pazza, ne ero certa.
Andai verso lo stereo e accesi la radio, sicuramente la musica mi avrebbe rilassato un po'. Era stato un risveglio traumatico, non ero più abituata alle sue entrate in casa.

"Lisa che ne dici di man.." Ian si fermò davanti alla porta del bagno vedendomi con l'accappatoio, qualcosa che assomigliava ad una crema verde spalmata sul viso e due cetriolini sugli occhi.
"Ehm.. Lisa? Stai bene?" mi disse avvicinandosi.
Avevo le cuffiette delll'i-pod al massimo volume sulle orecchie così mi sgrullò una spalla. Mi caddero i cetriolini e anche una cuffietta.
Lo guardai stordita e poi urlai.
"Ehi", mi disse preoccupato, "calma, sono io!"
"Apposta! Che ci fai qui?" dissi preoccupata.
"Ieri mi hai dato le chiavi di casa così ho pensato di farti una sorpresa" disse sprizzando gioia da tutti i pori.
Dal mio viso l'espressione cambiò, da preoccupata a delusa.
"Ah.."
"Un po' di entusiasmo cavolo, ti ho portato anche Factory Girl e il gelato" disse facendomi vedere la busta sempre con la sua espressione idiota.
Improvvisamente mi resi conto che avevo solamente l'accappatoio, per di più mi era sceso un po' sulla spalla destra, e arrossii diventando quasi violacea.
"Uh, sì, fantastico, emozionante, veramente stupendo! Se non ci avevi pensato tu lo avrei fatto io", dissi spingendolo fuori dal bagno e chiudendogli la porta.
"Elisabeth, ma che.." provò a dirmi.
"Aspetta almeno che mi vesta!!" urlai quasi isterica.
Sentii la sua risata cristallina che mi fece brillare gli occhi.
"Ti porto la tuta?"
"Saresti un vero tesoro!"
"Però dopo ci vediamo il film".
"L'hai preso il bacio?"


Ritornai in me riprendendomi dal flashback, da quel giorno entrava sempre in casa mia quando voleva, però dopo che se ne era andato da Convigton avevo perso quasi l'abitudine.
Fuck you di Lily Allen mi svegliò del tutto portandomi un pizzico di felicità.
Mi avvicinai all'armadio ballando e rovistai per cercare un vestitino adatto. Mi balzò all'occhio un vestito bianco che mi aveva regalato Ian, era carino e largo, niente di elegante.
Ci abbinai delle calze rosate e delle collane per riempire il tutto.
Mi specchiai e mi piacque. Mi misi le scarpe, spensi lo stereo e uscii dalla stanza.
Lui era appoggiato al muro e mi imbambolai a guardarlo. Mi chiesi se la Smith quando aveva descritto Damon non aveva già in mente lui.
"Cel'abbiamo fatta" disse scocciato alzando gli occhi al soffitto.
"Le ragazze hanno bisogno di tempo!" e gli diedi un leggero pugno sul braccio ridendo.
Sorrise anche lui, sembrava di fretta quella mattina e quando lui lo era diventava addirittura acido, quasi insopportabile.
"Vado un attimo in bagno", mi prese immediatamente per un polso.
"Dove vai?!"
"Io dovrei tr.."
"Stai benissimo così, non capisco, voi ragazze e la vostra mania di truccarvi" disse sbuffando e trascinandomi fuori per un polso.
"Ehi, almeno fammi prendere un caff.." cercai di ribellarmi, ma lui non mi fece finire la frase.
"Ti ho preso io un cappuccino e anche una brioche, è in macchina!" e chiuse il portone di casa.
Feci in tempo a prendere almeno il giubbetto.
Perchè mai tutta quella fretta? Sbuffai e feci velocemente le scale.
"Mi potresti anche lasciare adesso sai?" Non aveva mai levato la sua stretta dal mio polso fin troppo fino per le sue grandi mani.
In risposta tolse la stretta, mi aprì la portiera ed entrai.
Durante il viaggio mi mangiai la mia brioche e bevvi il cappuccino che mi aveva preso.
Non avrei mai pensato che lo avrebbe fatto, da lui ormai non mi aspettavo più nulla perchè mi aveva sempre delusa. Lo avevo sempre lodato e visto come una figura da imitare, ero anche di molto più piccola di lui e quando l'avevo visto per la prima volta a scuola avevo subito provato una forte voglia di conoscerlo, attrazione.
Mi ero sempre aspettata il massimo, ero innamorata e a volte esserlo ti fa essere cieco. Io lo montavo troppo e quando ha iniziato a deludermi sono crollate tutte le mie difese, non mi aspettavo più nulla da lui così mi avrebbe sempre sorpreso.
Ma anche in questi pensieri, anche nel non lodarlo c'era sempre un senso di protezione verso di lui, lo amavo e lo facevo tutt'ora. Cieca ero e cieca rimanevo, ma dal suo debutto avevo iniziato a soffrire un po' di più e la sofferenza fa aprire gli occhi a tutti, almeno un poco.
"Wow, oggi è un giorno speciale?" dissi ridendo, allontanando i pensieri.
"Più o meno" rispose vago, ma ridendo, quello l'avevo notato.
Aprii il finestrino e mi lasciai svegliare dall'aria fresca mentre sfrecciavamo per la città.
Chiusi gli occhi e provai a pensare a tutto tranne che a lui; inutile. Più lo volevo e più lo facevo. Era il mio incubo.
Poco dopo fermò la macchina in un ampio parcheggio dove c'erano solamente poche macchine. Scesi e mi guardai intorno per individuare il luogo, ma non avevo la più pallida idea di dove ci trovavamo. Sembrava di stare in periferia, lontano dal centro e dai rumori della città.
"Che ci facciamo qui?" chiesi alzando un sopracciglio.
"Dai vieni" mi disse sorridendomi, si mise gli occhiali da sole e mi prese per mano.
Quel contatto fece bruciare la mia pelle, la mia mano fredda a contatto con la sua che al contrario era caldissima mi fece venire un brivido. Dovevo ancora spiegarmi il suo comportamento, quel giorno non l'avevo capito.
Arrivammo fino all'entrata di uno studio dove entrammo, dentro era grande con un divano di pelle nera appoggiato alla parete destra e varie piante qua e là. Davanti a me c'erano varie porte e Zach Roerig appoggiato ad una di esse.
"Sempre l'ultimo, eh?" gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
"E' questo scricciolo qua che mi ha fatto arrivare in ritardo!" rispose ridendo.
Lo guardai male, non era colpa mia se mi piombava a casa senza avvisarmi dicendomi di vestirmi immediatamente.
"E nemmeno mi hai fatto truccare" e gli diedi una spintina sbuffando.
Lui non mollò la presa dalla mia mano e non capii.
Dalla porta sinistra si affacciò anche Nina Dobrev che ci sorrise gentile.
Lei uscì e si chiuse la porta alle sue spalle.
"Vado un attimo in bagno, non ho fatto neanche in tempo a truccarmi questa mattina!" disse scocciata, ma con un sorriso sulle labbra.
Zach e Ian scoppiarono a ridere guardandomi e io gli feci una linguaccia.
"Posso venire con te?" le chiesi.
Subito mi guardò titubante, era stata presa in contropiede.
"Certo!" mi disse infine, sorridendomi.
Andammo insieme in bagno restando tutte e due mute.
Una volta davanti allo specchio iniziò lei, fortunatamente.
"Sei Elisabeth, giusto?"
"Ehm, sì piacere!" dissi titubante. Anche se ero più grande di lei, quella piccola ragazza mi metteva un po' in soggezione.
"Nina, piacere!" mi disse mettendosi il mascara.
"Ti metti solamente l'eye-liner e il mascara?" mi disse quasi scioccata.
"Sì, perchè?" le chiesi curiosa.
Lei scoppiò a ridere e io arrossii.
"Scusami, non è per prenderti in giro, anzi, hai una pelle così bella.." mi disse mentre si mise il fondotinta.
"Guarda che non cel'hai male neanche tu!"
"Grazie, a volte non mi metto nulla, ma altre non posso proprio farne a meno!" mi confidò.
Mi appoggiai al lavandino aspettandola, aspettando anche che continuasse a dirmi qualcosa, non ero una ragazza che iniziava a fare domande, poi stavo parlando con Nina, non con una ragazza qualsiasi.
Forse mi metteva in soggezione perchè era famosa, non sapevo se fargli domande troppo intime, avrebbe potuto guardarmi male, ma sembrava una ragazza molto aperta e simpatica.
Mi misi a ridere del mio stesso pensiero.
"Che c'è?" mi chiese curiosa.
"No, niente" divagai.
"Eh dai, adesso sono curiosa!" disse raggiante.
"Stavo pensando che sembri una ragazza molto simpatica"
"Non prendermi in giro!" mi sgridò aggrottando le sopraciglia, ma poco dopo scoppiò a ridere.
Ridemmo insieme divertite.
Uscimmo dal bagno e ritornammo alla stanza principale. Poco prima di entrare nella sala da dove era uscita mi fece l'occhiolino.
Ian mi riprese per mano ed entrammo insieme in quella benedetta stanza. Rimasi fulminata, incantata era la parola migliore.
C'erano milioni di fotografi e giornalisti e tutto il cast seduto intorno ad un tavolo rotondo.
Mi sentii di troppo, che ci facevo io lì in mezzo? Niente. Non ero una comparsa, un'attrice, un tecnico. Niente.
Eppure erano tutti sorridendi, incuranti della mia presenza. Era molto meglio così, altrimenti avrei rischiato di diventare rossa come un peperone in mezzo a tutti.
Ian si sedette vicino a Nina e io al suo fianco. Rimasi sempre con lo sguardo basso, era evidente che si trattava di una conferenza stampa e io non centravo nulla, ma alzai improvvisante il capo quando sentii una domanda bizzarra.
"Somerhalder, è lei la tua ragazza? O dovrei dire nuova ragazza?" disse una giornalista tra la folla calzando sulle ultime due parole.
Cercai di individuare la persona da cui derivava la voce, ma senza riuscirci, l'avrei voluta uccidere.
"Oh, sì!" rispose lui divertito e io mi girai improvvisamente per guardarlo.
Cosa aveva risposto? Come aveva risposto? Ma era stupido?
Mi guardai intorno, mi stavano tutti osservando, ma quegli occhi verdi che mi inchiodarono alla sedia erano i più strani, quasi accusatori, ed erano quelli di Paul.
Se uno sguardo poteva uccidere, il suo l'aveva fatto.
Lo guardai cercando di capire perchè proprio quello sguardo schifato, ma non capii, cercai di sorridergli ma lui guardò immediatamente da un'altra parte.
Così guardai Ian che mi stava fissando con un sorriso stampato in faccia, ma che voleva?
Gli avrei dato volentieri uno schiaffo, ma mi ricordai dei fotografi e dei giornalisti.
Già mi immaginavo i titoli giganti sui giornali: "La ragazza di Ian Somerhalder è una tipa manesca" con la foto dell'accaduto, ma così che sarebbe uscito?
"Ian Somerhalder colpisce ancora"?
Dove mi stava portando? Dove stavo andando?
Sorrisi debolmente e sentii di nuovo la sua mano sulla mia, calda come al solito.
Chiusi un attimo gli occhi per schiarirmi le idee, stavo andando in una via senza sbocchi, un angolo, un muro. Dove sarei scappata? Volevo una via d'uscita.
Mi alzai bruscamente facendo rumore con la sedia e me ne andai.
"Scusate" farfugliai e scappai via dalla sala.
Uscii all'aria aperta e respirai profondamente. Che mi stava prendendo? Avevo giurato di aver sentito quasi il panico impadronirsi del mio corpo.
Mi sedetti sul marciapiede e mi presi la testa tra le mani.
Le lacrime non scorrevano, non riuscivo a piangere, un mio difetto; piangevo raramente e anche quando ne sentivo il bisogno non ci riuscivo.
Però stavo tremando dal nervoso.
Non so per quanto rimasi in quella posizione, ma improvvisamente sentii dei passi dietro di me.
Non mi girai, non mi importava chi era o cosa voleva, non mi importava nulla in quel momento.
Si sedette vicino a me e sentii accendersi un accendino.
"Vuoi una?" mi chiese una voce famminile che avevo già sentito porgendomi un pacchetto di sigarette.
"Grazie" risposi piano afferrandone una.
"So che non ci conosciamo e che non sarò la prima a cui chiederai mai una spalla su cui piangere, ma se ne hai bisogno lei c'è", mi colpirono quelle parole.
Erano così sincere, così vere che sentii finalmente delle lacrime farsi spazio tra le mie ciglia.
Le ricacciai da dove erano venute e feci un tiro nervosa. Silenzio, nessuna delle due parlava e lei l'aveva capito che in quel momento era meglio così.
Senza pensarci appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Sul serio, grazie Nina".
La vidi fare l'ultimo tiro, lanciare via la sigaretta e buttare fuori un po' di fumo.
"Per così poco?" mi disse sorridendomi, mostrando la sua dentatura perfetta.
E mi mise felicità, vederla sorridere in una situazione come questa e comportarsi così amichevolmente mi rendeva felice.
"E' snervante vero?" mi chiese ritornando seria e guardando il sole alto nel cielo.
Stranamente era una bella giornata con un sole tiepido.
"Chi, Ian?"
Lei mi fece segno di sì con la testa.
"Sì, sta pretendendo troppo da me" sentii la mia voce tremare.
"Ma gli vuoi bene giusto?"
"Esattamente".
"O qualcosa di più?" mi chiese titubante, forse non voleva risultare un'impicciona.
Feci un gran respiro e risposi.
"Qualcosa di più".
"Non ha il diritto di sfruttarti così, eppure.." disse dopo una breve pausa.
"Eppure?" chiesi curiosa.
"Eppure ho come l'impressione che ti faccia piacere, nel tuo inconscio tu lo vuoi."
La guardai corrugando la fronte, non capivo.
"Certo, preferiresti una relazione normale, ma ormai lui è quello che è ora e l'unico modo per starci un po' più insieme è questo".
Mi morsi un labbro, aveva ragione, nel mio inconscio lo volevo tutto questo, sennò gli avrei detto semplicemente no. Lui se ne sarebbe trovata un'altra e non l'avrei più rivisto per chissà quanto tempo.
"Quindi?"
"Quindi potrà sembrare stupido e masochista, e in fondo noi donne un po' lo siamo, ma goditi questo gioco, perchè è questo che è per lui, un gioco. Giocate insieme, non dico di illuderti, ma di divertirti."
"Non è così semplice".
Scoppiò a ridere.
"Non ho detto questo, ma non capisci che così facendo gliela stai dando vinta? E' quello che vorrebbe lui. Credo che gli piaccia stuzzicarti; invece no, devi mostrarti superiore a questo!" sembrava convinta, aveva iniziato a gesticolare e si mise un ciuffo di capelli ribelli dietro l'orecchio.
"E come?"
"Sei intelligente, per questo arrivaci da sola" e si alzò andandosene.
"Ci rivediamo no?!" mi chiese fermandosi una volta aperto la porta per entrare.
"Certo" e le sorrisi, un po' malinconicamente.
Aveva maledettamente ragione.
Guardai di nuovo quel sole tiepido di dicembre e mi alzai.
Intanto avevo un'altra cosa da fare.
 
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;apple.
view post Posted on 24/11/2009, 17:56




waaaaaaaaaaaa bellissimi sti due capitoli! Ero rimasta indietro, sorry XD
btw, mi piace tanto Elisabeth, proprio un bel personaggio! Ian stronzo ci sta tutto e Nina è cosi dolce *O* Paul Paul.. gatta ci cova u.u
 
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katherìne‘
view post Posted on 25/11/2009, 13:27




Povero Paul, Povera Lisa... poveri tutti! insomma Ian si fa i suoi porci comodi ù.ù uff, Nina come bff ce la vedo bene comunque, ahaha! continua presto.
 
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adolescent »
view post Posted on 25/11/2009, 19:21




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: Bene bene, Paul non da risposte alla nostra povera Lisa e Ian da prova che forse in fondo al suo enorme ego stronzo un pizzico di romanticismo ce l'ha anche lui.
btw, sì, Ian si fa i suoi porci comodi >.> alla faccia di tutti! Per fortuna ogni tanto Elisa riesci a far apparire un suo lato 'buono'.
Nina <3 potevo non infilarla? Quanti consigli darà a Lisaaa *-* se non ci fosse lei ù.ù
Eniuei, spero che il capitolo vi piacerà, nel prossimo si volerà a Vouncuver (:

Quinto Capitolo.
"Is she your girlfriend?"
"Oh, yea."

-Seconda Parte-




Feci un bel respiro profondo e rientrai. Lo dovevo trovare e ci dovevo parlare.
Mi doveva spiegare il perchè di quello sguardo che mi aveva fatto contorcere le budella.
Attraversai la stanza a grandi passi e notai la porta aperta. Dentro per mia fortuna non c'era quasi più nessuno, Nina parlava con Ian, rideva e gesticolava. Sembrava presa dal discorso e la invidiai. La vedevo così sicura, forte e riusciva a ridere con lui in quel modo.
Certo, ci parlavo anch'io, in precedenza avevo fatto discorsi anche più idioti o seri, ma in quel momento avrei voluto essere lei.
Scrollai il capo per riprendermi e passai vicino a loro due. Ian si girò all'istante e provò a dirmi qualcosa.
Io alzai la mano in segno di fermarsi, non ero rientrata per parlare con lui e non l'avrei fatto.
Sbirciai la sua espressione sbigottita e sorrisi leggermente incontrando lo sguardo, quasi fiero direi, di Nina.
Continuai fino ad arrivare da Paul, presi una sedia vicino a lui e mi ci sedetti.
Stava parlando con Kayla che mi sorrise cordialmente e lo salutò calorosamente con due baci sulle guancie.
Lui si girò verso di me ritornando serio e io deglutii prendendo coraggio. Di nuovo quegli occhi accusatori.
"Che problema hai oggi?"
La domanda, che poteva sembrava addirittura acida, mi uscì dolcemente.
Lui ghignò, "No, qui il problema non cel'ho io" e si girò per andarsene.
"Non sono io quella che ti guarda quasi schifata, non sono io quella che non ha neanche salutato.."
Si girò bruscamente e si avvicinò con il viso al mio appoggiandosi con un braccio alla sedia.
"Stammi a sentire; non è colpa mia se sei una stupida!"
"Forse no, anzi sicuramente, ma che ti prende? Cioè, spiegami almeno" dissi quasi implorante.
Ti prego non piangere, mi ripetevo, eppure quella vicinanza riusciva quasi a farmi spezzare, a farmi barcollare e cadere.
Lui non tolse il suo viso vicinissimo al mio, così tanto da sentire addiritura il suo respiro caldo sul mio viso.
"Non posso.." e se ne andò.
Mi alzai subito dalla sedia e cercai di trattenerlo per un braccio.
"Perchè?"
Il suoi occhi verdi come due splendidi smeraldi incontrarono per un secondo i miei per poi distogliere lo sguardo oltre di me.
"C'è Ian che ci sta fissando, forse è meglio che vai da lui" disse amaramente.
Non tolsi la presa e mi avvicinai io questa volta.
"Non stiamo parlando di lui adesso, ma di me e te".
"Lui centra sempre!" disse quasi sprezzante e quelle parole mi colpirono come uno schiaffo.
Provai a riprendermi senza spostarmi di un millimetro.
"Partirò con voi, dovremo vederci e sopportarci, sei sicuro di lasciare tutto così?"
Lui continuò a guardare da un'altra parte senza rispondere e mi sentii ferita.
Gli presi una guancia con una mano e lo girai verso di me.
"Guardami almeno!" dissi con voce tremante.
Levò la mia mano dalla sua guancia e se ne andò.
"Ne riparleremo, promesso".
Se ne andò così, senza guardarmi, senza dire altro. Ne parleremo, ma quando?
Era tutto un casino, un grande casino, ci mancava solamente lui e non capivo.
Ferita e a testa bassa mi diressi da Ian.
"Riportami a casa!" ordinai e lo presi per mano trascinandolo via.
Era rimasto a guardare la scena con Nina dietro di lui che cercava di parlargli per distrarlo.
La salutai con un cenno della mano, il mio umore era più che nero.
"Oh, no. Non ti lascio andare così", disse alzando un sopraciglio.
"Domani partiamo, devo fare la valigia" mi stava facendo agitare.
Arrivammo fuori, nel grande parcheggio dove non c'era quasi più nessuno, salimmo in macchina e lui accese il motore.
"Prima ho un'idea, principessa" e si girò verso di me con un sorriso che mi fece rimanere senza fiato.
"Se vuoi farmi perdere la testa dillo prima", dissi ridendo dandogli una leggera spintina sul braccio.
Non rispose mantenendo lo sguardo fisso sulla strada e mentalmente persorsi i suoi lineamenti, così perfetti a mio parere.
Cercai di distogliere lo sguardo e pensare a ciò che era successo poco prima, ma il mio cervello era andato.
Chiusi gli occhi iniziando a canticchiare una canzoncina che mi era rimasta in mente e che avevo ascoltato un po' di tempo prima quando ero andata a trovare mia madre.
Lei era italiana, di una piccola città vicino Roma, ma in una vacanza studio incontrò mio padre così diverso da lei.
Ho preso tutto da lui. Mia madre era una ragazza posata, di un'ottima famiglia e una cultura abbastanza alta, matura per i suoi diciotto anni.
Lui era un ragazzo di città, skate e scuola pubblica. Giri di droga e feste; eppure appena i loro occhi si erano incontrati era nato qualcosa.
Lei scappò di casa andando a vivere con lui e da quel giorno non vide più i suoi genitori. Di conseguenza io non ho mai visto i miei nonni, l'avevano come ripudiata, non era la figlia che volevano.
Continuai a fischiettare quella canzone, riportando alla memoria il giorno in cui Ian era venuto a chiamarmi per uscire e mi aveva trovato in salotto a cantare questa canzone con mia madre.
Non capiva ciò che dicevo e gli raccontai tutta la storia dei miei genitori. Rimase ad ascoltarla meravigliato e imparò il significato di quelle parole.
Come sempre sei, nell'aria sei
tu aria vuoi e mi uccidi.
Tu come aria in vena sei.

Sentii una leggera spintina su una spalla e riaprii gli occhi. Mi pietrificai quando gardai davanti a me e sentii le mani tremare.
Iniziai a respirare rumorosamete cercando di non piangere, ma l'emozione era troppa.
Mi ritrovavo nel luogo della mia infanzia, della mia adolescenza, dei miei pomeriggi con lui, delle corse a perdifiato per quelle colline, giù fino alla casa abbandonata che avevamo fatto nostra ormai. Lo sportello si chiuse rumorosamente e mi svegliai dai miei pensieri notando che Ian era sceso.
Scesi anch'io e mi avvicinai al limite, dove iniziava una leggera discesa. Guardai dritto a me attraversando con la mente quei campi verdi e rigogliosi.
"Non è possibile.." dissi sottovoce, ma Ian mi sentì.
"Shh" mi disse ad un orecchio e sobbalzai per la vicinanza. Non mi ero resa conto.
Improvvisamente sentii le sue braccia abbracciarmi da dietro e appoggiare il suo mento sulla mia spalla.
Rimenemmo per un po' a fissare quel paesaggio e riportando a galla ricordi ormai scomparsi. Chiusi gli occhi cullata dal vento e dalle sue braccia e inspirai quell'odore di fiori.
Poi lo presi per mano e iniziai a correre. Correre, correre, correre, sentendo solamente il vento tra i cappelli e fermandomi solamente quando il fiato veniva a mancare.
Ci buttammo tra l'erba fresca ridendo di gusto, anche senza un vero perchè ed ero contenta perchè mi ci voleva, mi ci voleva proprio.
"Ti rendi conto? Siamo di nuovo qui. Quanto sarà passato? Nove, dieci anni?" chiesi.
"Credo.." ma non attesi la risposta, mi rialzai continuando a correre.
Avremmo giocato a nascondino, come quando avevamo solamente quattordici anni, come la prima volta che eravamo arrivati lì, poco lontani da Convigton.
Entrai dentro la casa abbandonata; mi guardai un attimo intorno, era tutto come un tempo, tranne un po' di polvere e foglie.
Continuai a correre salendo le scale che scricchiolavano leggermente sotto il mio peso e mi nascosi dietro la porta di una camera da letto.
"Lisa?! Sei qui?!" sentii Ian chiamarmi dal piano inferiore.
Mi appiattii al muro e cercai di sentire bene i suoi passi. Le scale stavano scricchiolando di nuovo, evidentemente stava arrivando.
Trattenni il fiato finchè non sentii più nulla per un po'.
Mi affacciai lentamente dalla porta e non vidi nessuno. Forse se ne era andato, era meglio andarlo a cercare o sarei rimasta lì.
Mi guardai intorno e con passi lenti mi avvicinai alle scale.
Improvvisamente qualcuno mi abbracciò da dietro e non riuscii a trattenere un gridolino.
"Tana per Elisabeth!" disse ridendo.
Scoppiai a ridere anch'io finchè non mi ritrovai con la schiena al muro.
"Ehi.."
Il suo viso era vicinissimo al mio, la sua bocca era a poche spanne dalla mia e potevo sentire quell'odore di menta che lo avvolgeva sempre.
Il mio respiro iniziò a diventare accellerato, era troppa la vicinanza.
Sentivo che il cuore poteva uscirmi dal petto e cercai di repirare normalmente, il più possibile.
Si avvicinò ancora di più guardandomi negli occhi, voleva tentarmi forse?
"Mai abbassare la guardia, ricordi?" sussurrò e lentamente rimise le ditanze giuste.
Rimasi con la schiena attaccata al muro per un po', dovevo riprendermi.
"Giusto" sussurrai riprendendo i miei battiti.
Lo vidi scendere le scale e una volta che mi sentii pronta scesi anch'io. Lo vidi disteso nel solito divano impolverato dove mi suonava sempre qualcosa.
Mi lasciai cadere vicino a lui e chiusi gli occhi; era stata una giornata stancante, piena di emozioni.
Li riaprii appena sentii un odore acre provenire da lui, così mi girai a guardarlo.
"Signorino Ian Joseph Somerhalder, si fa ancora le canne?" chiesi sbigottita.
"Signorina Elisabeth Kennedy, sembra mia madre!" esclamò lui divertito imitandomi.
Fece un tiro e buttò fuori quel fumo denso che portò alla mia memoria anni di sballamenti.
"Non mi dire che hai smesso, tu?!" mi chiese dopo un po'.
"Qualche problema? Le persone crescono, maturano, capiscono che è una cazzata!" esclamai.
La nostra conversazione aveva un tono sarcastico, tipico di noi.
Mi guardò e alzò un sopracciglio.
"La regina dei party non si fa più neanche una innoqua cannetta?"
"Cose che capitano!" dissi ridendo e alzando le spalle.
Continuò a fissarmi finchè non scoppiò a ridere, la sua risata mi fece tremare il cuore. Così cristallina.
"Dai, passamela!" dissi infine ridendo.
"Eh no, lei è matura, è cresciuta" disse facendo un altro tiro in tono da presa in giro.
"'fanculo, stronzo" e mi avvicinai cercando di prendergliela dalle mani.
Lui tirò la mano indietro divertito e io, senza accorgermene, mi misi a cavalcioni sopra di lui cercando di prenderla.
"Wow, principessa", mi disse a pochi centimetri dalla mia bocca.
Mi sfiorò una guancia con la mano libera e mi mise una ciocca di capelli dietro un orecchio. Cercai di degluttire, era possibile che con lui dovevo arrivare sempre fino a quelle situazioni imbarazzanti?
Elisabeth, non farti trarre in inganno.
Allungai la mano e gli presi la canna.
"Mai abbassare la guardia, ricordi?" gli dissi maliziosa, per poi allontanarmi e farlo rimanere per qualche minuto immobile.
Pari, palla al centro.
Passarono alcuni minuti in silenzio, cercai qualcosa da chiedere, ma non mi venne in mente nulla.
"Allora mi spiegheresti un po' il piano per domani?" chiesi per rompere il ghiaccio e lanciando lontana la canna ormai finita.
"Ti passo a prendere domani mattina alle otto, ok? Andremo all'areoporto dove ci incontreremo con gli altri e prenderemo l'aereo per Vouncuver, poi dopo tre giorni andremo ad Atlanta per altre riprese. Pronta per questa vacanzetta?" mi chiese sorridente.
"Oh, sì. Ma precisamente.. Natalie che centra?" chiesi curiosa.
In fondo lei non faceva parte del Cast e non capivo come potevo aiutarlo nel suo intento.
"Avrà un set fotografico in quella stessa città" rispose vago.
Mi alzai dal divano togliendomi un po' di polvere dal vestito e porsi una mano a Ian.
"Andiamo? La valigia mi aspetta" dissi alzando gli occhi al soffito.
Si guardò un po' intorno e si accorse che il sole stava tramontando.
"Ma non abbiamo cenato!" esclamò improvvisamente.
In tutta risposta il mio stomaco brontolò.
"In effetti no.."
"..Ti porto a cena fuori" disse sprizzando gioia e alzandosi dal divano prendendo la mia mano.
"Per favore, Ian!" piagnucolai.
"Certo che sei paranoica, la prepariamo insieme prima di cena!" esclamò esasperato e si incamminò fuori dalla casa.
"Oh, è un tale onore per me Mr. Somerhalder" dissi ridendo sfottendolo un po'.
Molto gentilmente mi fece il dito e io lo raggiunsi senza smettere di ridere.
Lo presi a braccetto e ci incamminammo verso la macchina. Anche lui rideva, il suo sorriso era sconvolgente.
Non c'erano parole per descriverlo.
 
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katherìne‘
view post Posted on 26/11/2009, 13:42




io non capisco se Ian fa sul serio o meno con Lisa, a volte sono convinta che sia innamorato, altre che si stia solo divertendo... Paul è chiaramente innamorato, non c'è dubbio!
 
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adolescent »
view post Posted on 26/11/2009, 13:45




Il mistero di Ian sarà svelato tra molti capitoli e dopo credo si capirà un po' di più tutto quanto (:
Paul è innamooratoo!! ahahah :P ma anche qui c'è qualcosa sotto che si scoprirà più avanti :D
 
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katherìne‘
view post Posted on 26/11/2009, 14:28




ti odio ù.ù
 
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;apple.
view post Posted on 26/11/2009, 14:53




CITAZIONE (katherìne‘ @ 26/11/2009, 14:28)
ti odio ù.ù

quoto u.u
devo ammettere che Ian ed Elisabeth mi piacciono molto insieme e zio bo, si deve dare una mossaaaaa u.u
 
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adolescent »
view post Posted on 26/11/2009, 15:12




QUOTE (katherìne‘ @ 26/11/2009, 14:28)
ti odio ù.ù

ahahahah
come mai mi odiate? ç__ç
 
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katherìne‘
view post Posted on 26/11/2009, 16:24




perchè hai mille misteri e ci fai stare sulle spine.
 
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adolescent »
view post Posted on 26/11/2009, 17:01




ma una storia senza misteri, che storia è? u.u
se volete posto il prossimo capitolo, ce l'ho pronto (:
 
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katherìne‘
view post Posted on 26/11/2009, 17:08




e lo chiedi? muoviti.
 
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adolescent »
view post Posted on 26/11/2009, 18:04




Titolo: Jealousy
Autore: adolescent »
Personaggi: Il cast di TVD, nuovo personaggio
Raiting: Giallo ùù
Avvertimenti: In questo capitolo non apparirà molto Paul, ma è il capitolo che precede un altro capitolo ricco di sorprese (:

Sesto Capitolo.
Harmony Lullaby.

Seguii Ian che entrò dentro l'aeroporto dove trovai tutti.
Nina stava parlando con Zach, Kayla aveva messo All for You di Janet Jackson sul cellulare, cantava e ballava con Candice e Katerina facendo la stupida, Paul era seduto con una faccia sconvolta, evidentemente avrebbe preferito dormire invece di ritrovarsi lì. Sparsi qua e là c'erano anche gli altri attori che parlavano tra loro.
Ian salutò tutti, anche lui come Kayla era pimpante già di prima mattina, e si diresse verso Zach.
Io timidamente mi avvicinai a Nina che appena mi vide mi salutò con un caloroso sorriso e un segno della mano. Guardai Paul che alzò immediatamente lo sguardo verso di me, cercai di fargli un sorriso, ma si voltò immediatamente.
Avremmo parlato, me lo aveva promesso.
Candice mi si fece vicino lasciando Kayla e Katerina alle loro strane mosse.
"Buongiorno!" mi salutò con un sorriso da mettere paura.
"Buongiorno" dissi io più timidamente.
Non ero una persona fredda e distaccata, ma non davo facilmente confidenza.
"Piacere Candice" si presentò porgendomi una mano e facendo tintinnare rumorosamente dei braccialetti.
"Piacere Elisabeth" dissi stringendole la mano.
"Dai vieni con noi, mi fai tenerezza lì, tutta sola!" disse ridendo e portandomi dalle altre.
"Lei è Elisabeth" mi presentò senza dire altro.
"Ehm, sì, Elisabeth!" dissi ponendo questa volta io la mano verso Kayla.
Subito mi squadrò, mi guardò dal basso verso l'alto e mi iniziarono a sudare le mani, era veramente molto imbarazzante.
Dopo un po' mi sorrise.
"Kayla", si fermò per una breve pausa. "Mi piaci!" esclamò infine indicando i miei vestiti.
"E' fantastica, adoro il suo stile" disse una voce familiare alle mie spalle.
Mi girai per vedere chi fosse e mi ritrovai Nina sorridente. Era bella quest'aria così armoniosa, tutti facevano i carini con me.
"Certo, è la mia principessa" disse una voce bassa al mio orecchio e lo sentii intrecciare le sue dita alle mie.
Diventai subito rossa e levai la presa dalla sua mano. Erano imbarazzanti certe situazioni, non potevano succedere sempre.
Scappai a passo veloce in bagno. Forse non avrei dovuto farlo, ma non ce l'avrei fatta a sostenere quegli sguardi che mi domandavano "Ma allora ci stai veramente?!"
Ero talmente presa dai miei pensieri che non sentii neanche qualcuno fermarmi per la vita.
"Va bene se parliamo adesso?" mi chiese Paul.
Me lo ritrovai davanti; era appoggiato al muro, vicino la porta della toilette.
"Ehm", mi aveva preso in contropiede. "Va bene!" dissi mantenendo la calma.
"Credo di non sopportare più Ian" disse a bassa voce, guardando basso. Mi dava abbastanza fastidio il fatto che non riusciva a guardarmi negli occhi.
"E cosa c'entro io?"
"C'entri, perchè.." si fermò e alzò lo sguardo verso l'alto mordendosi nervoso l'interno della guancia.
Seguii i suoi movimenti con lo sguardo, curiosa di ciò che stava per dirmi.
"Perchè..?"
"Perchè sei la sua principessa!" sbottò imitando la voce di Ian e guardandomi finalmente negli occhi.
Mi colpì il suo sguardo preoccupato, scuro, nervoso.
Deglutii rumorosamente, avevo un groppo in gola.
"Non è colpa mia se lo conosco da così tanto tempo."
Era strano come il mio tono riusciva ad essere neutrale e non stridulo come succedeva quando ero in difficoltà.
"No, e lo sai che non mi da fastidio questo, ma.."
"Raga, dobbiamo andare a imbarcare i bagagli!" ci chiamò Michael Trevino facendoci dei segni con le mani.
Lo guardai annuire e incamminarsi verso di lui. Lo raggiunsi e lo fermai un poco per la mano.
"Proseguiamo dopo, okay?" dissi a bassa voce.
Lui annuì leggermente senza aggiungere altro. Mi allontanai andando ad aiutare Ian con le valigie.
"Dove eri finita?" mi chiese curioso con un sopracciglio alzato.
"In bagno" risposi vaga per poi allungare una mano verso la mia valigia che stava per caricare in un carrello.
"Aspetta ti aiuto!"
"Ecco renditi utile" disse ridendo e scompigliandomi un po' i capelli.
Era strano come con lui non mi dava fastidio essere trattata da bambina, perchè lo faceva con dolcezza, lo sapevo.
Ci avvicinammo tutti all'imbarco, facemmo i chek-in e aspettammo in una saletta la chiamata del volo.
Era strano girare con loro, erano famosi e andavano in giro con cappellini e occhiali da sole. Io ero l'unica che non portava nulla, che non doveva avere il pensiero fisso dei paparazzi o dei fans.
Li fermarono alcune volte chiedendo foto e autografi. Molte mi guardavano interrogative e io sorridevo cordiale.
Stavo seduta nella saletta, giocherellavo con il tappo di una bottiglietta di thè comprata qualche minuto prima quando due ragazzine sui sedici anni mi si avvicinarono timidamente.
Alzai subito lo sguardo sentendo una di loro tossicchiare per avere la mia attenzione.
"Scusa, tu per caso sei la nuova ragazza di Ian Somerhalder?" mi chiese la stessa che aveva tossicchiato.
Aggrottai la fronte non capendo.
"Ehm", continuai a giocare nervosa con il tappo della bottiglietta.
"No, perchè?"
Sempre la stessa ragazzina, dai capelli biondo platino e dagli occhioni azzurri, troppo truccati per i miei gusti mi guardò con aria interrogativa.
"Come perchè?" e mi porse una rivista di gossip.
La presi e lessi il titolo che mandava a pagina sei. Sfogliai nervosa finchè non trovai l'articolo con delle foto della conferenza stampa.
Non ci potevo credere. Ian sapeva tutto questo? L'aveva fatto apposta?
Me l'avrebbe pagata e anche molto cara.
"Sentite, veramente", stavo iniziando a dire quando qualcuno mi coprì gli occhi da dietro e sentii le ragazzine fermarsi immediatamente.
Ero abbastanza irritata e avevo capito il calore di quelle mani.
"Ian, spiegheresti a queste ragazze che.."
"..Che cosa, amore?"
Appena sentirono la parole "amore" iniziarono a urlare emozionate e a parlottare tra di loro.
Alzai gli occhi al cielo.
"Ian, per favore!" e gli diedi un schiaffetto sulla nuca.
"Che carini, litigano!" continuavano a urlare quelle ragazze.
Lui fece a tutte e due l'occhiolino e il segno di avvicinarsi.
"Sì, ma è un segreto."
Mi alzai nervosa facendo indietreggiare le ragazzine, leggermente impaurite.
"Ian, per favore, lo sanno tutti! Siamo in prima pagina!" urlai io questa volta.
"Shh, tesoro, calma! Lo so che non ti piace la popolarità però…"
"Basta con questo teatrino per favore!" e sbattei la rivista sulla sedia lasciandoli lì.
Lo sentii dire che a volte soffrivo di questi attacchi isterici e di non farci caso. Odiavo questa situazione.
Mi avvicinai al grande vetro dove si vedeva gli aerei in arrivo e in partenza, mi ci appoggiai bevendo un lungo sorso di thè.
"Wow, fino a che punto vuole arrivare?" mi chiese la voce squillante di Nina che mi si era avvicinata.
"Ah, non lo so. Lo lascio fare, se si diverte con così poco." dissi in tono superiore.
"Brava, lascialo fare, però promettimi che prima o poi gli farai vedere chi sei." mi guardò con i suoi occhi scuri come la pece.
Le sorrisi. "Promesso, giuro!"
Sorrise anche lei soddisfatta appoggiandosi al vetro come me e incrociando le braccia al petto.
Proprio in quel momento vidi arrivare dalla porta d'entrata una ragazza seguita da mille flash e Nina si immobilizzò.
"Oddio, no, Natalie!" disse spalancando gli occhi.
La vidi entrare in tutta la sua bellezza, con i suoi capelli lunghi e lucenti, degli occhiali da sole grandi, una magliettina scollata, dei pantaloni strettissimi sulle sue gambe perfette e dei tacchi vertiginosi.
Bellissima, non c'era che dire, ma il mio sguardo si posò su Ian che appena si girò la vide e anche lui spalancò gli occhi.
Mi intristii abbassando lo sguardo sulle mie scarpe.
"Quella sgualdrina, non la sopporto proprio" sentii bofonchiare Nina.
"Guardala, ma che vuole? Dopo che lo prende in giro.. No, no, Ian, non parlarci. Ma, oddio, e che…" stava iniziando a parlare da sola e la cosa mi fece ridere.
Scoppiai in una risata, anche se si sentiva il nervosismo, e Nina con me.
"Scusami, ma non la reggo proprio. Ad una festa mi si è avvicinata e mi ha detto.." si allontanò per poi venirmi incontro fiancheggiando, mi squadrò e mi si fermò con la bocca semi-aperta.
"Nina Dobrev?" imitò una vocina che mi fece ridere, ma cercai di trattenermi.
"Sì." risposi imitando Nina e lei anche cercò di trattenere una risata.
"Sei brava, ho visto dei tuoi scatti"
"Grazie!"
"Sì, ma non avrai mai il mio fisico!" la sfottè indicandosi per poi scoppiare a ridere divertita.
"Oddio, ti ha detto così?"
"No, ma l'ha fatto capire, come per dire "Guarda che fisichetto da criceto anoressico che hai!""
Mi faceva morire quella ragazza.
"Oh, eccola che se ne va." disse guardandola abbastanza schifata.
La vidi andarsene sempre con il suo passo sicuro, degno della perfezione, lasciando Ian con lo sguardo basso.
"Scusami." le dissi e mi allontanai dirigendomi verso di lui.
Senza dire niente lo abbracciai e sapevo che ero una cretina.
Una persona sana di mente non l'avrebbe fatto, Nina gli avrebbe 'spaccato il culo', ma io ero Elisabeth, non Nina, non un’ altra persona.
Ero Elisabeth, che aveva promesso a quel ragazzo di aiutarlo nel suo intento, che era sua amica, la sua migliore amica. Era mio compito proteggerlo, e forse oggi la pensavo così, mentre domani lo avrei voluto uccidere, ma non mi importava.
Lo abbracciai semplicemente e poi controllai in giro. Appena vidi Natalie che ci stava fissando alzai il viso verso Ian che aveva appoggiato il suo mento sul mio capo e aveva chiuso gli occhi.
Mi alzai leggermente sulle punte e lo baciai, delicatamente. Un bacio dolce.
Mi staccai subito per guardarlo negli occhi. Non avrei dovuto, non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto guardarlo negli occhi perchè ci avrei letto tutto e niente.
Non capivo cosa volevo, cosa voleva eppure lui appoggiò piano una mano sulla mia guancia e avvicinò di nuovo il suo viso al mio per baciarmi e lo lasciai fare.
Sentii la sua lingua farsi spazio e tremai di emozione. Perchè ogni suo tocco mi faceva fremere, ancora e ancora.
Quando mi staccai dalle sue labbra fui io a cercare Natalie, non lui. E la vidi a bocca aperta, ma si ricompose subito appena incontrò il mio sguardo.
Soddisfatta guardai Ian che mi stava sorridendo e senza dire altro lo abbracciai di nuovo buttandogli le braccia al collo.
Non mi importava nulla di cosa avrebbero detto le persone intorno a noi, delle ragazzine che sentivo ancora urlare da lontano, dei mille paparazzi che avrebbero potuto fotografarci.
Poi pensai all'unica persona che forse mi interessava veramente, Paul. Che avrebbe detto?
Mi distaccai per fuggire a vedere una sua probabile espressione, ma sentii Ian prendermi per mano trattenermi.
"Grazie, tu non sei un'amica, sei di più. Sei eccezionale" mi sussurrò all'orecchio facendomi percorre un brivido lungo la schiena.
Per mia fortuna sentii una voce chiamare il nostro volo, era ora di imbarcarci, di dirigerci verso Vouncuver.
Mi avvicinai, ancora mano nella mano con Ian da Nina e le sorrisi.
"Poi mi spieghi" disse muovendo solamente le labbra per non farsi sentire da Ian.
Annuii decisa, mi serviva un'amica. Un'amica femmina, del mio stesso sesso, che mi avrebbe magari anche capito, non solo ascoltato.
Da quando avevo saputo che Ian avrebbe recitato con lei avevo cercato tutto in suo proposito e mi ero ritrovata a stimarla moltissimo. Mi interessava ciò che aveva da dirmi.
Presi anche a lei per mano che me la strinse forte, un segno, un segno per farmi capire che su di lei potevo contare.

Il viaggio in aereo passò tranquillamente, dormirono quasi tutti, le uniche sveglie fummo io e Nina.
Ridemmo come pazze; Ian si era addormentato con il viso verso il basso così gli ci misi sotto una rivista in modo che sembrava che leggesse e alla domanda di Katerine, cioè di passargli una rivista, le risposi che dovevo chiedere un attimo a Mr. Somerhalder.
Facemmo le foto a tutti gli attori che stavano dormendo, prendendoli in giro.
"Con queste ci possiamo fare così tanti soldi se le vendiamo, da comprarci una casa insieme a Santa Monica!" scherzò Nina.
Una volta scese non dicemmo niente a nessuno, ma continuammo a sghignazzare, finchè Kayla non ci si avvicinò chiedendoci cosa avevamo.
Quando tutti ne vennero a conoscenza ridemmo di gran gusto. Nell'aeroporto si sentiva solamente noi, proprio noi che non dovevamo farci nè vedere nè sentire.
Fuori ci aspettavano diverse macchine che ci avrebbero portato all'albergo.
Quando mi ci ritrovai davanti non volevo credere ai mei occhi. Era l'albergo più bello che avessi mai visto in vita mia.
Aveva una hall grande, spaziosa e un meraviglioso lampadario al centro del salotto con le poltrone rosse e rifinite in oro.
Scegliemmo le stanze; Paul fece un battuta che mi toccò particolarmente, propose a Ian di stare in camera con me.
Per fortuna Nina mi salvò dicendo che ci sarebbe stata lei in stanza con me e facendomi l'occhiolino chiese alle altre se le dispiacevano.
A loro non importava, varie volte avevano dormito insieme e se per una premiere non fosse stato così non succedeva nulla.
Prima di cena avevamo ancora un'ora dove potevamo farci una doccia e ci potevamo cambiate. Nina usò questo momento per chiedermi spiegazioni.

"L'ho visto così triste" dissi piagnucolando con la faccia sul cuscino.
"Le cose sono due", mi disse sedendosi sulla sua parte di letto.
"O sei troppo buona"
"O troppo innamorata!" finii io.
"Esatto, e la cose è grave, seriamente grave" disse pensierosa.
Alzai il viso dal cuscino guardandola come un cagnolino bastonato.
"Veramente?"
"Cara mia Lisa. sì, perchè è okay assecondarlo, un po' meno dargliela vinta in questo modo!"
"Quindi? Dio, sto sempre qui a chiederti aiuto!" continuai a piagnucolare ributtando la faccia tra il cuscino.
"Quindi.. con Paul?" mi chiese alzando un sopracciglio.
"Niente, gli dà fastidio Ian!"
"E tu che c'entri?" chiese curiosa.
"E' quello che gli ho chiesto e mi ha risposto semplicemente perchè sono la 'principessa' di Ian" dissi abbastanza stanca della situazione.
Lei saltò sul letto euforica.
Io mi sdraiai a pancia in su per guardarla.
"Come mai tutta questa euforia?"
"Perchè gli piaci, è chiaro!" continuò a cantilenare saltando.
Presi il cuscino e glielo tirai.
"Ma Nina, che ti sei fumata?" dissi ridendo.
"Io niente, tu è ora che vai a farti una doccia e poi risolvi con il mio Womanizer" disse eccitata.
"Womanizer?"
"Sì, sai, dovevo accorgermene prima, da quando ti conosce ha smesso di provarci con tutte" mi spiegò pensierosa.
"Stai dicendo sul serio?" chiesi mettendomi seduta.
Lei annuì e io mi alzai immediatamente dal letto dirigendomi verso la porta.
"Lisa, dove vai?" chiese con tono stridulo.
"A fare una cosa".
"In calze rosa, scalza e con una canottiera dove ti si intravede il reggiseno?"
Mi guardai e scoppiai a ridere.
"Oddio grazie" e iniziai a spogliarmi.
Cercai dei pantaloncini verdi e una maglietta bianca, semplice, e uscii dalla stanza. Ritornai indietro e aprii la porta.
"Scusa Nina, ma in che stanza sta Paul?"
Lei mi sorrise maliziosa e poi rispose.
"206."
 
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katherìne‘
view post Posted on 26/11/2009, 18:44




eh no!!! non puoi lasciarmi così sul più bello però!! e poi non lamentarti se ti odio ù.ù
 
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;apple.
view post Posted on 26/11/2009, 20:05




ti uccido u.u
muovitiiiiiiiiiiii >.<
XD
 
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63 replies since 10/11/2009, 22:31   456 views
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